
Estratto dal libro Mary Wollstonecraft, “Tempo di rivoluzioni : sui diritti degli uomini e delle donne”, Spartaco, Santa Maria Capua Vetere, 2004, pagg. 171-183
I pionieri del progresso umano sono come gabbiani, scorgono nuove coste, nuovi territori dove il pensiero si può spingere, quando i loro compagni di viaggio vedono soltanto l’infinita distesa delle acque. Mandano gioiose grida di saluto alle terre lontane. Una fede intensa, struggente, ardente lacera le nubi del dubbio, perché l’orecchio fine dei precursori della vita distingue il nuovo messaggio, il nuovo simbolo dell’umanità, in mezzo al rabbioso muggito delle onde.
Il vecchio, sordo e apatico com’è, non afferra il nuovo, va incontro al pioniere della verità con diffidenza e risentimento, trattandolo come uno che disturba la sua pace, che annienta tutte le abitudini consolidate e le tradizioni.
Così, solo pochi prestano ascolto ai pionieri, perché questi non si incamminano su piste già tracciate, e alla moltitudine manca la forza per seguirli verso l’ignoto.
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Si ringrazia Fiamma per la reperibilità del testo.
Nota dell’Archivio
-Traduzione di “Mary Wollstonecraft, Her Tragic Life and Her Passionate Struggle for Freedom” discorso di Emma Goldman (1911), ora in “Emma Goldman or Mary Wollstonecraft”, ed. with an Afterword by Alice Wexler, “Femminist Studies”, VII (1981), n.1, pp 113- 133.