Croce Nera Anarchica. Bollettino

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Durata: Giugno 1969 – Aprile 1971
Luogo: Milano
Periodicità: Irregolare
Pagine: 15 (n. 1); 13 (n. 2); 17 (n. 3 e 4); 18 (n. 5); 22 (n. 6 e 8); 23 (n. 7); 16 (n. 8 speciale); 19 (n. 9)

Nota dell’Archivio
-Dall’editoriale del numero 1: “Quando un paio di mesi fa, decidemmo di pubblicare questo bollettino, intendevamo farne poco più che una traduzione dell’Anarchist Black Cross, il bollettino che un gruppo di compagni inglesi hanno iniziato a pubblicare alcuni mesi fa, per iniziativa di Stuart Christie. Il compagno Christie, alcuni fa, allora diciottenne, venne condannato da un tribunale franchista per avere introdotto della dinamite in Spagna. Prima di essere rilasciato (a seguito di una campagna di solidarietà che costrinse le autorità inglesi a fare pressioni sul governo spagnolo), ebbe modo di passare tre anni nelle galere franchiste e di conoscere di persona le condizioni e l’ambiente miserabile in cui sono costretti a vivere i prigionieri spagnoli. Perciò, una volta tornato in Inghilterra, si fece un punto d’onore di organizzare un comitato per l’assistenza dei compagni prigionieri che, per analogia con analoghe precedenti iniziative (v. articolo successivo) chiamò ANARCHIST BLACK CROSS (Croce Nera Anarchica).
Scopo minimo, iniziale, del comitato e del bollettino è di:
1-Diffondere notizie dell’attività rivoluzionaria in Spagna che superino la censura fascista e le distorsioni interessate della nostra stampa;
2-Raccogliere dei fondi (anche attraverso sottoscrizioni) per esercitare una “solidarietà” non solo verbale, ma pratica e tangibile, per esempio inviando pacchi di medicinali e viveri ai compagni incarcerati o assistendoli nelle spese giudiziarie etc;
3-Servire, all’occorrenza, come strumento di mobilitazione per organizzare manifestazioni contro i rappresentanti franchisti all’estero.
Fine ultimo: costituire una rete di organismi di autodifesa rivoluzionaria e di solidarietà internazionale.
Mentre stavamo preparando questi fogli, sono successi alcuni fatti a Milano (vedi a pag. 5 e 6) o altrove che, mostrando una pericolosa recrudescenza della repressione poliziesca borghese in Italia, ci hanno convinti della necessità di affiancare all’attività in favore dei compagni spagnoli, un’azione sistematica di sostegno e difesa dei compagni italiani caduti prigionieri nella lotta contro la borghesia.
Inoltre la Francia gollista (con o senza De Gaulle) dopo la “paura” del maggio ’68, continua ad espellere quegli operai stranieri che in qualche modo svolgono attività politica o sindacale. Fra essi ci sono diversi compagni spagnoli (poche settimane fa gli sbirri francesi hanno addirittura consegnato ai loro colleghi franchisti un compagno spagnolo).
Un certo numero di questi cercherà asilo in Italia. Dobbiamo prepararci ad aiutarli perchè non finiscano per mesi e anni nei ghetti dei campi di concentramento per profughi.
Senza fare vittimismi, riteniamo che sarà sempre più necessaria in Italia l’opera di comitati stabili di assistenza e di informazione, collegati fra loro e col Comitato Nazionale Pro Vittime Politiche (anarchico).”

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