Vogel Amos, “Il cinema come arte sovversiva”

Edito da Studio Forma, Torino, 1980, 274 p.

Amos Vogel propone in questo libro una curiosa quanto affascinante chiave di lettura della storia del cinema dalle origini all’undeground cui fa da unico conduttore il fenomeno della visione, visto nell’impatto psicologico e a volte addirittura fisiologico dell’immagine sullo spettatore e la parte quindi importantissima, che l’immagine, il fotogramma, la sua “costruzione” interna ed esterna (montaggio), ha svolto e continua a svolgere nella storia del cinema, nel sovvertire tabù e valori morali e istituzionali imposti dalla tradizione.
Dopo un’introduzione in cui vengono analizzati i fattori culturali e tecnologici che hanno permesso l’affermarsi del cinema “come arte sovversiva”, nelle quattro parti del volume vengono di volta in volta esaminati i mezzi formali ed extra formali tramite i quali si è svolta e continua ancor oggi tale sovversione. Infine un’ultima parte, costituita dalle schede accuratamente compilate, dei film presi in esame nei singoli capitoli, offre un manuale di consultazione pratico e di non poca importanza. Per la prima volta un libro sul cinema dove il discorso non viene fatto per “belle” immagini, ma tramite il “montaggio” e il taglio particolare dato a queste per arrivare a una chiara lettura visiva oltre che testuale.

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Nota dell’Archivio
-Traduzione del libro “Film as a Subversive Art”, New York, 1974

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