Edito da BFS, Pisa, 1999, 220 p.
Le lotte operaie dell’autunno caldo hanno segnato una svolta fondamentale nella storia italiana del dopoguerra. Non sono state solo una vicenda contrattuale, ma un evento che ha cambiato – insieme alle relazioni industriali – tutto il panorama politico e sociale. La FIAT di Torino fu l’epicentro di quello scontro, grazie soprattutto alla presenza di una massa di operai senza qualifica professionale, in gran parte immigrati dal Sud, che riusci a imporre i propri obiettivi e le proprie forme di lotta anche contro le resistenze dei sindacati, dando vita a scioperi spontanei e a manifestazioni di rivolta fortissime.
Questo libro ricostruisce per la prima volta, passo per passo, le vicende del 1969 alla FIAT, a partire dai primi scioperi sulle qualifiche – all’inizio dell’anno – sino alla firma del contratto, nel mese di dicembre, senza limitarsi alla situazione di fabbrica, ma descrivendo ii clima sociale in cui quei fatti si svolsero. Ne sono protagonisti in primo luogo gli operai stessi, ma anche le organizzazioni sindacali, i partiti della sinistra, ii movimento studentesco che scelse di appoggiare gli scioperi autonomi, i gruppi che tentarono di costituire un’altemativa al movimento operaio tradizionale.
Non e un quadro lineare e celebrativo di quegli eventi, ma un tentativo di analisi anche delle contraddizioni che si manifestarono, delle polemiche che divisero i protagonisti, delle diverse culture cbe ebbero modo di esprimersi, delle influenze che l’autunno caldo ebbe sugli anni Settanta. È una chiave di lettura per la storia dei conflitti sociali nell’ltalia alle soglie della crisi.
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Nota dell’Archivio
-Come riportato nella prima pagina del libro, “Diego Giachetti ha scritto il primo capitolo, a eccezione del primo paragrafo steso da Marco Scavino che ha scritto anche ii secondo capitolo. L’introduzione e comune”