Edito da Zero in Condotta, Milano, Settembre 2007, 250 p.
Élisée Reclus, geografo di grande fama e successo editoriale ai suoi tempi, nonostante fosse proscritto dalle università e dalla sua stessa nazione, è stato a lungo dimenticato dopo la sua morte, e deve la conservazione della sua memoria, nel bene e nel male, a coloro che lo hanno visto come un antenato: in particolare gli anarchici e i geografi.
Ancora meno di Reclus sono noti personaggi come Léon Metchnikoff, Charles Perron, o le stesse opere geografiche di Kropotkin, ben conosciuto come militante ma sul quale quasi nessuno ha scritto nulla dal punto di vista dei suoi studi geografici.
Questo lavoro vuole essere un tentativo, al di fuori del biografismo o dell’agiografia, di inserire Reclus nel contesto culturale dei geografi anarchici, visto a sua volta nell’ambito delle correnti di pensiero che hanno fondato la geografia moderna a partire da personaggi come Humboldt e Ritter, ai quali tuttora ci dobbiamo riferire per rispondere alla domanda fatidica, e niente affatto banale: che cos’è la geografia?