Edito da Lacaita Editore, Manduria-Bari-Roma, Luglio 1990, 312 p.
Agli inizi del Novecento prese corpo in Italia, come in altri paesi europei, quel complesso fenomeno noto, secondo l’accezione francese, come sindacalismo rivoluzionario. «Identità di sentimenti, di aspirazioni e di interessi», come scrisse James Guillaume, frutto della «forza stessa delle cose» più che di una elaborazione teorica, il sindacalismo rivoluzionario rappresentò il punto di incontro di generazioni di militanti provenienti da diversi orizzonti ideologici e operanti in contesti sociali e politici talvolta molto differenti tra loro, ma concordi nel porre al centro della loro strategia rivoluzionaria l’azione diretta e l’autonomia del sindacato da «ogni scuola politica». Gli anarchici furono una componente essenziale del sindacalismo rivoluzionario che, pur nelle sue varianti specifiche, assunse, nel primo decennio del secolo, i connotati di una «tendenza internazionale», diffondendosi soprattutto in Europa e nelle Americhe. In questo volume vengono analizzati alcuni temi e figure del sindacalismo rivoluzionario, particolarmente in rapporto all’anarchismo, partendo dalla situazione italiana ma con costante attenzione al quadro internazionale.