Pisa, Maggio 2009, 30 p.
IL PERCHÈ abbiamo scritto questo opuscolo ci pare abbastanza chiaro: c’é ‘un’urgenza di rispolverare la lotta antinucleare ora che sembrerebbe che anche in Italia si voglia ritornare all’energia atomica. Se è vero che la pensiamo come la radioattività e cioè che le frontiere sono solo politiche e non fisiche e che quindi si dovrebbe lottare contro il nucleare in qualunque parte del mondo senza distinzione di ‘nazioni”, è indubbio che le forze di cui disponiamo sono limitate e si deve per forza di cose fare una scelta. Oggi scegliamo di scagliarci duramente contro il nucleare così come lo abbiamo fatto, e facciamo, contro le nocività che ci vengono imposte e che, nemmeno troppo lentamente, non solo devastano e massacrano territori ed esseri viventi ma anche le relazioni, il modo di vivere, le nostre vite. Insomma, ci piacerebbe che la lotta contro il nucleare si inserisse in una più ampia lotta tesa a contrastare l’avanzata massiccia di ciò che viene chiamato “progresso”, senza alcuna paura di essere tacciati di retrogradi e senza alcun timore di sentirci dire che il mondo va così e non si può cambiare. Se decidiamo di prendere carta e penna e di buttare giù un semplice testo, che ci auguriamo possa essere uno strumento tra i tanti per combattere insieme al nucleare la stessa idea di smodata fame energetica, è perché all’ineluttabilità del “cammino del progresso” opponiamo l’idea di un mondo completamente diverso. È perché non ci arrendiamo, non ci abituiamo, non vogliamo aspettare passivamente che altri sporchi affari vengano giocati sulla pelle di questo mondo. È perché non ci appartiene piangerci addosso ma piuttosto impugnare le armi di cui disponiamo per combattere un mostro che invincibile non è. Forte sì, ma non invincibile…