L’Alba Libertaria. Periodico mensile di propaganda femminile anarchica

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Durata: 15 Febbraio 1915 – 16 Maggio 1915
Luogo: Pontremoli
Periodicità: Mensile
Pagine: 4

Nota dell’Archivio
– Bettini, nella “Bibliografia dell’anarchismo : periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana, 1872-1971”, scriveva che il giornale era “diffuso in tutto il centro e nord Italia (particolarmente in Liguria, da dove riceve anche corrispondenza). Il periodico era diretto da Emma Pagliai con la collaborazione assidua di Priscilla Fontana e Leda Rafanelli. Insiste soprattutto sul tema antimilitarista (La Guerra e la Donna, a. I n. 1); I delitti del militarismo, a. I n. 2 (15 mar. 1915); Le cifre della guerra, a. I n. 3 (11 apr. 1915) etc.
– Fournier-Finocchiaro, in “Anarchismo e femminismo nelle riviste La donna libertaria (1912-1913) e L’Alba libertaria (1915)“, scende più nel dettaglio rispetto a Bettini: “La seconda rivista anarchica femminile, L’Alba libertaria, non fa alcun riferimento alla precedente esperienza editoriale [La donna libertaria, ndr]. Il sottotitolo indica Periodico mensile di propaganda femminile anarchica, e nel contesto di guerra europea e agitazioni interventiste, ribadisce il bisogno di educare le donne ai principi anarchici, in particolare all’antimilitarismo e all’opposizione alla guerra, come si legge nell’editoriale «Sorgendo!», riprodotto qui di seguito. La rivista si presenta come l’organo ufficiale del gruppo libertario femminile di Pontremoli, sotto la responsabilità editoriale di Giovanni Romiti. I nomi dei membri del comitato di redazione non sono indicati, ma uno degli articoli del primo numero è firmato Irma, molto probabilmente Irma Pagliai. Anche se la maggior parte dei testi sono anonimi, compaiono alcune firme di note scrittrici e militanti anarchiche come Priscilla Fontana, Leda Rafanelli e Nazzarena Diamanti. L’Alba libertaria pubblica duri attacchi contro le «madri incoscienti» che mandano i loro figli a morire, ma soprattutto contro gli anarchici che non hanno educato le loro compagne alla politica. L’epigrafe della rivista, riprodotta in ogni numero, annuncia: «La donna non schiava, ma compagna consolatrice dell’uomo…». La lotta contro l’antifemminismo, già intrapresa ne La donna libertaria, per esempio nel testo «Guerra alla donna!», […], è ripresa, ne L’Alba libertaria, in un articolo di Emma (forse un altro pseudonimo di Irma Pagliai) intitolato «L’emancipazione della donna», che conclude la nostra selezione. Ci sembra importante sottolineare il coraggio delle redattrici, che non solo affrontano le innumerevoli difficoltà di tutti i periodici anarchici, regolarmente sequestrati e condannati dai tribunali, ma che devono altresì lottare, all’interno del loro stesso movimento, contro i pregiudizi e gli attacchi nei confronti del sesso femminile, difendendo l’eguaglianza e invitando le donne a spezzare le catene della doppia schiavitù.

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