Edito da: BFS
Luogo di pubblicazione: Pisa
Anno: 1988
Pagine:
File: PDF
Introduzione/Premessa/Presentazione/Sinossi/Quarta di Copertina/Sintesi:
Parlando di storia sociale della provincia di Pisa è facile purtroppo constatare che, a parte alcuni contributi usciti solo in quest’ultimo decennio, poco si è fatto nel campo della ricerca storiografica e sociologica. Eppure sull’onda dei fermenti culturali e politici del ’68 l’università è stata al centro di numerose iniziative in questo campo ma gli studi validi e consistenti non hanno poi avuto uno sbocco positivo.
Noi riteniamo che la storia di Pisa e della sua provincia non possa fermarsi ai «fasti» dell’età comunale, cui sembrano invece essersi arrestati istituzioni e molti storici di fama internazionale. Gli ultimi cento anni sono stati ricchi di tensioni sociali e novità che hanno attraversato anche la storia di questa città. Ed ecco il motivo della nascita e dell’esistenza della nostra associazione tesa innanzi tutto a raccogliere quella documentazione che, sparsa in biblioteche e archivi, si presentava di difficile accesso allo storico, al militante, al cittadino e a utilizzarla poi quale stimolo per nuove ricerche e pubblicazioni.
Inoltre è nostro interesse contribuire a colmare un vuoto di iniziative che si è avvertito soprattutto alcuni anni or sono quando l’esplosione dei movimenti giovanili scuotendo e rimuovendo alcuni luoghi comuni della stessa storia del socialismo ha posto il problema del recupero di quella memoria che era stata spesso lasciata in disparte o relegata ai circuiti stretti della trasmissione orale dei vecchi militanti del movimento operaio.
Un programma ambizioso, certamente, in particolare se si tiene conto della natura stessa di questo centro formato da persone comuni e non da specialisti, privo di qualunque forma di finanziamento al di fuori del lavoro volontario dei soci che vi aderiscono. Primi risultati di questo lavoro sono stati l’apertura della biblioteca «F. Serantini», le tesi di laurea elaborate utilizzando le fonti a nostra disposizione, la pubblicazione, nel 1985 della ricerca inedita sul contributo degli anarchici alla resistenza curata da Marco Rossi, ma soprattutto la mostra fotografica-documentaria «Avanti Siam Ribelli» sulla storia dell’anarchismo a Pisa dal 1871 al 1926, esposta a palazzo Lanfranchi nel maggio dell’83.
La ricerca che presentiamo è il primo tentativo di sistemazione organica delle fonti raccolte, un ulteriore contributo al lavoro di recupero e ricostruzione di quella storia con la s minuscola della realtà sociale di Pisa, in particolare nei suoi aspetti trasgressivi, anticonformisti e libertari. Perché l ’anarchismo? Semplicemente perché è stato, nel periodo considerato, una del le principali correnti politiche del movimento operaio locale e perché mancano ricerche serie che sappiano evidenziare le ragioni storiche della sua nascita e del suo sviluppo senza cadere nelle interpretazioni stereotipate di certa storiografia ufficiale.
La nostra concezione della storia si basa, infatti, sul presupposto che essa sia un continuo processo di interazione tra lo storico ed i fatti storici, un dialogo senza fine tra il presente ed il passato (i fatti e la loro interpretazione). Siamo convinti, inoltre, che la storia del socialismo nelle sue varie correnti (antiautoritaria e autoritaria) debba uscire dal campo della sacralità e della retorica per approdare alle problematiche della storia sociale in quanto il movimento socialista nel suo insieme non può essere considerato una categoria a sé stante dall’evoluzione del la società contemporanea ma è in essa che è nata la sua azione ed in essa è il suo divenire. Dunque un continuo intrecciarsi della specificità del patrimonio di idee, del progetto di trasformazione di una società ineguale ed autoritaria in una egualitaria ed antiautoritaria con le lotte, le aspirazioni e gli umori, in poche parole la quotidianità delle classi subalterne.
Circolo Culturale Biblioteca «Franco Serantini»
Marzo 1988
Note dell’Archivio: ///