
Edito da: Supplemento “La Nuova Alabarda e la Coda del Diavolo”
Luogo di pubblicazione: Trieste
Anno: n. 442, 4 Dicembre 2023
Pagine: 15
File: PDF
Introduzione/Premessa/Presentazione/Sinossi/Quarta di Copertina/Sintesi:
Almerigo Grilz è stato tanto “dimenticato” dai media e dalle istituzioni che nel 2002 l’amministrazione comunale di Trieste gli intitolò una via nel rione di Barcola; che nel 2007 gli è stata dedicata una puntata monografica della trasmissione Terra! di Toni Capuozzo su Canale 5; che l’amministrazione provinciale di Pordenone ha dato il suo nome alla propria sala stampa; che nel 2017 la casa editrice di estrema destra Ferrogallico ha pubblicato un fumetto con la storia della sua vita (in una collana che propone anche le biografie di Yukio Mishima, Nino Benvenuti, Louis-Ferdinand Celine e persino Benito Mussolini, in arte “duce”). Inoltre a Trieste il giornalista “dimenticato” è stato protagonista di svariate mostre: nel dicembre 2010 “Gli occhi della guerra” (con foto di Grilz e dei suoi ex camerati nel Fronte della Gioventù triestino, con lui fondatori dell’Agenzia di stampa Albatross, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin) nella sala della chiesa di Santa Maria Maggiore; è stata replicata nel maggio 2017 al Civico Museo “Diego de Henriquez” in contemporanea con la mostra “I mondi di Almerigo”, allestita nella sala comunale di piazza Piccola dall’associazione Spazio InAttuale con il contributo del Comune di Trieste.
Oltre alle commemorazioni e conferenze a lui dedicate dai suoi “camerati” di un tempo, è stato anche oggetto di ricordi ufficiali nelle sedi istituzionali, e nella primavera 2023 è stata annunciata l’istituzione di un premio giornalistico con il suo nome, “per i 1 giornalisti under 40 che rischiano sul campo”.
Infine, nei giorni in cui scriviamo queste righe è stato annunciato che la vita di Grilz avrebbe dato l’ispirazione per un film (di tutta fantasia, a quanto è dato sapere, che vede la presenza anche di un inesistente Vito che si sarebbe “scontrato” con Grilz negli anni
’70, ma divenuto un affermato giornalista “di sinistra”, avrebbe deciso di riabilitare la memoria dell’antico avversario), e nel dare la notizia Biloslavo ha scritto che «Almerigo è stato dimenticato per decenni dalla casta giornalistica e ancora oggi per tanti benpensanti e detrattori, che guardano sempre indietro, rimane l’uomo nero e un caduto sul fronte dell’informazione di serie B» . Pensiamo quindi opportuno proporre una biografia (ancorché probabilmente “non autorizzata”) di Almerigo Grilz, fascista triestino, al quale avevamo già dedicato un articolo sei anni fa , nel quale scrivevamo che nel mese di maggio 2017 a Trieste ci eravamo trovati di fronte ad un bombardamento mediatico degno di miglior causa finalizzato a glorificare la figura del fu militante neofascista Almerigo Grilz, definito «il primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dalla fine del Secondo conflitto mondiale».
Erano infatti i giorni in cui venivano esposte le mostre di cui s’è parlato sopra e nell’aula del Consiglio comunale si era svolta una commemorazione istituzionale della «figura e la vicenda umana, politica e professionale di Almerigo Grilz» . Prima di parlare del Grilz “militante” pensiamo opportuno però parlare del Grilz “cronista”, morto in Mozambico nel 1987 mentre fungeva da press-agent ai guerriglieri antigovernativi della Renamo, partendo proprio dalle parole pronunciate dall’assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti l’11/4/17 durante l’inaugurazione della mostra, quando sostenne che al defunto neofascista «va riconosciuto il valore nel voler diffondere la verità, a ogni costo». Ma la verità su cosa, assessore?
Nota dell’Archivio: ///
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