Edito da La Salamandra, Milano, 1977, 67 p.
“«Quando la traballante nave da trasporto militare, il Buford, uscì dal porto di New York diretta in Russia, sei giorni prima del Natale 1919, con un carico di 249 prigionieri politici scelti», Emma Goldman (1869-1940), la rivoluzionaria più temuta dall’opinione pubblica statunitense, non avrebbe mai immaginato di dover chiudere, due anni dopo, la propria vicenda «sovietica», con un bilancio sconsolante. Le sue attese, le sue speranze nell’«era nuova», che erano le attese e le speranze del proletariato internazionale, dovevano infrangersi contro la dura realtà repressiva del nuovo Stato bolscevico. Frutto di questa esperienza è il breve saggio La sconfitta della rivoluzione russa e le sue cause (1922), cui avrebbe fatto seguito, l’anno successivo, il più impegnativo My Disillusionment in Russia. Nel proporre il primo al pubblico italiano, non pretendiamo di fornire nuovi «dati» sulla Russia del 1920-21. La sconfitta della rivoluzione russa e le sue cause è un testo scritto a caldo, «politico» e «personale» nello stesso tempo, forse privo di quegli strumenti critici, «scientifici», che spesso può permettersi chi non paga di persona. E’ la testimonianza di una militante rivoluzionaria di fronte ai primi, evidenti sintomi della «rivoluzione tradita», una testimonianza che ci aiuta a ricordare come anche nelle grandi rivoluzioni la collettività o il proletariato, per cui ci si batte, non sono mai entità astratte, pedine di un gioco condotto da indispensabili avanguardie, ma la somma di tutti coloro che della rivoluzione sono, in definitiva, gli artefici principali.”
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Note dell’Archivio
-Traduzione del libro Goldman Emma, Die Ursachen des Niederganges der russischen Revolution, Verlag «Der Syndikalist», Berlin, 1922