Edito da Sicilia Punto L, Ragusa, 2008, 266 p.
Il sarto Giorgio Nabita fu un militante politico fra i tanti, di un paese come tanti. La sua biografia ci restituisce, tuttavia, la peculiarità di quella militanza che contraddistinse migliaia di uomini e donne, in un’epoca non certo facile, dove determinate scelte si dovevano misurare con poteri arroganti, condizioni di vita irte di difficoltà, condizionamenti sociali e religiosi eccessivi. Il militante politico era chiamato a dura prova, specie se socialista, o a maggior ragione se anarchico, e solo una grande fede, una profonda passione, una coscienza matura potevano rappresentare le armi per non farsi soggiogare e poter agire. Per questo Giorgio Nabita fu un uomo speciale, egli seppe coniugare un grande impegno ed una coerenza estrema, con le necessità di mera sopravvivenza. Emigrò e tornò, poi di nuovo emigrò — sempre negli Stati Uniti, per tornare infine nella sua Vittoria, all’insorgere del fascismo. Da socialista passò all’anarchismo, dopo un crescente dissenso con i suoi ex compagni, e rimase fedele a questa, scelta fino all’ultimo dei suoi giorni. Le sue spiccate capacità organizzative lo misero al centro delle diverse esperienze politiche cui partecipò; il suo totale coinvolgimento nella battaglia ideale lo portò ad essere promotore di diverse pubblicazioni. Autodidatta, dedicò la vita allo studio, scrisse migliaia di pagine di riflessioni, che nei lunghi periodi di isolamento forzato, negli USA e poi durante il regime fascista, gli furono di fondamentale supporto politico e morale, trasferendo in esse le speranze e le certezze di un avvenire migliore. La biografia politica di Giorgio Nabita ci accompagna dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento, attraverso episodi sconosciuti della microstoria proletaria, nel contesto dei più grandi avvenimenti della storia recente.
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