Edito da Sapere2000, Roma, 1997, 141 p.
Queste pagine sono un doveroso omaggio agli antifascisti bolognesi — socialisti, anarchici e comunisti — assassinati e incarcerati nei gulag della defunta URSS di Stalin. Volutamente ignorati dall’ex PCI e dimenticati dall’ex PSI – mentre i dirigenti degli attuali partiti di sinistra non sanno neppure chi siano, un po’ per opportunismo e molto per ignoranza — questi militanti della sinistra di classe, come si diceva un tempo, sono vittime di una duplice violenza. Lasciarono l’Italia per sottrarsi alle persecuzioni fasciste e si recarono nell’URSS, illudendosi di andare a vivere in una sorta di Eden. Non trovarono lo sperato paradiso terrestre e finirono quasi tutti nell’inferno vero dei gulag, vittime di un ingranaggio infernale. In quella che si potrebbe definire una tragedia proletaria restarono coinvolti numerosi bolognesi Di queste vittime innocenti – colpevoli solo di avere creduto che la rivoluzione sovietica fosse una conquista proletaria e socialista – ho cercato di ricostruire la vicenda umana e il tragico itinerario che va dal carcere di Mussolini ai gulag di Stalin.
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