Autoproduzione “TUNNEL”, Settembre 2007, 20 p.
Introduzione
Oltre la linea. La linea che separa la Roma-vetrina dalla Roma reale, è stata oltrepassata. Sono passate solo due settimane dall’assalto coltelli alla mano durante una iniziativa dell’estate romana a Villa Ada. Eppure, nella notte tra l’11 e il 12 luglio un gruppo di 30 “camerati” appartenenti al partito Fiamma Tricolore ha assaltato una scuola di Casal Bertone, occupata da oltre 5 anni a scopo abitativo. Qualcosa a Roma, qualcosa nella sua pax veltroniana, sembra essersi infranto. Già a proposito di Villa Ada, Veltroni parlò di grave atto di fascismo. Una novità per colui che ha sempre condannato la violenza di qualsiasi parte, tuttavia ciò non stupì, dal momento che l’incursione nel suo gioiello, nel cuore della sua Roma che si diverte, giustificava una reazione decisa. Altro valore hanno le dichiarazioni di Veltroni (p.4) dopo Casal Bertone: egli parla di nuovo di grave atto di squadrismo in una città ancora scossa dall’omicidio di Renato Biagetti (p.5). Certo non possiamo dimenticare quanto abbia chiuso gli occhi di fronte alle centinaia di aggressioni di stampo fascista negli ultimi anni. Non possiamo dimenticare che edifici e fondi del Comune siano stati assegnati ad organizzazioni di estrema destra. Mai una presa di posizione, mai una denuncia politica. Stavolta il Sindaco si è espresso, ma non si è affatto esposto, per una volta i giornali non gli hanno dato peso. Si è scatenato il solito scontro politico a suon di agenzie stampa, mentre le solite connivenze tra politica, istituzioni e organi di informazione si sono messe all’opera per raccontare un’altra verità. A qualche ora dai fatti, gli aggrediti diventano aggressori. La prima nota della polizia – “attacco di giovani dell’estrema destra ad un centro occupato” – si trasforma nel racconto del prefetto Achille Serra (p.3). La versione del (ex) prefetto di Roma diventa poi la base delle dichiarazioni di Luca Romagnoli e Gianluca Iannone, esponenti cioè di quel partito nazionale che nottetempo organizza spedizioni squadristiche. Chi era lì sul posto, invece, ma anche chi si è affacciato dal balcone, può raccontare un’altra verità (da p.7 in poi): la superiorità numerica dei fascisti, il fatto che erano armati di caschi bastoni e catene, la loro organizzazione a truppa, ha visto donne colpite a mattonate ma anche una tenace resistenza degli occupanti nel respingere l’attacco. Il fatto che i fascisti siano scappati, e malconci, non prova certo che siano stati aggrediti. Desta anzi sincera inquietudine che il prefetto della capitale, assieme a vari esponenti della destra, sostenga le loro improbabili tesi fino in fondo. Scopo di questo dossier è quindi di riportare alla luce parti di quella verità che in questo anomalo paese costano sempre fatica. Questo paese in cui prima delle elezioni sfilano camionette di camicie nere di Fiamma Tricolore, questo partito i cui militanti girano la sera come squadracce di antica memoria. Fortunatamente Casal Bertone ha dimostrato che chi si oppone all’estremismo di destra non è il suo alter ego di sinistra, non sono pochi facinorosi dei centri sociali ma è tutta quella cittadinanza attiva che rifiuta le pratiche fasciste e squadriste che questa città ha conosciuto, che ricorda, e che non può accettare. Questo dossier vuole dare voce a questa cittadinanza attiva, che ha attraversato le strade e riempito le piazze, comunicando e socializzando alla luce del sole mentre gli “altri” erano chiusi nel proprio covo a “cinghiamattarsi”. Non vuole cercare un’altra verità oltre quella che impone la stampa, ma vuole farla raccontare a chi vive ogni giorno i propri quartieri.
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