Edito da La Cooperativa Tipolitografica Editrice, Carrara, 2000, 206 p.
Dopo essere rimasto per mezzo secolo, negli anni del ventennio e dell’immediato dopoguerra, nel cuore degli antifascisti, anche per Gino Lucetti implacabile è seguita l’azione del tempo, l’attenuarsi fino a svanire, della memoria. Nella sua stessa città natale non una biblioteca, un’associazione, un circolo che lo ricordi alla società civile, se si eccettua il nome della piazzetta nella parte vecchia di Avenza (che comunque i nativi continuano a chiamare “piazza Drent”) e il gruppo anarchico. Una unica, paradossale eccezione in un cantuccio della macchina statale: sulle carte catastali, revisionate e perfezionate nei primi anni cinquanta, tuttora figura il nome di Lucetti assegnato alla piazza centrale di Carrara vecchia, anche se in seguito le è stato ridato il nome del signorotto Alberico che aveva in precedenza. Sebbene con ritardo, questo saggio storico giunge dunque quanto mai tempestivo, a ripristinare il significato di una vita dedicata alla demolizione della dittatura, riconsegnando alla sua città un personaggio che ha indubbiamente contribuito ad estenderne e a radicarne la fama di culla della ribellione umana e sociale contro ogni potere.
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