Università degli Studi di Torino, Facoltà di scienze della formazione, corso di studio specialistico in teatro e arti della scena, 2010-2011, 151 p.
Presentazione
La tesi che presentiamo parte da una base di ricerca personale incentrata sulla funzionalità creativa e comunicativa del dolore, inteso in senso mentale, emotivo e fisico, con lo specifico interesse di verificare in quali occasioni esso viene utilizzato e con quale scopo comunicativo. All’interno della storia dell’arte visiva e teatrale, in particolare dell’ultimo secolo, la tematica del dolore è stata ampiamente investigata e applicata da parte degli artisti seppure con scopi e con modalità differenti e costituisce un filone di ricerca artistica che si manifesta in performance teatrali, performance artistiche e produzioni di opere visive. Tutti questi lavori testimoniano egualmente la potenza del dolore come mezzo per comunicare ed è grazie ad esso che riescono a dare una maggiore spinta nell’investigazione di tematiche politiche, sociali e psicologiche.
Quello che ci interessa in questo lavoro è analizzare in particolare come all’interno della teatralità di uno specifico drammaturgo l’uso del dolore si leghi alle istanze comunicative del testo, come esso vada a far parte della genesi della drammaturgia e della messinscena e che tipo di reazioni sia capace di smuovere nel gruppo di fruitori a cui viene “somministrato”. Come caso esemplificativo si è voluto analizzare il lavoro teatrale di Alejandro Jodorowsky (drammaturgo ma anche romanziere, saggista, sceneggiatore, regista e tarologo) poiché, all’interno della tematica del dolore, egli non è solamente interessato agli effetti psicologici che esso ha su pubblico e attori, o all’utilizzo del dolore come strumento per veicolare messaggi, ma soprattutto egli ricerca tramite l’esternazione del dolore (all’interno dell’esperienza teatrale) di stimolare tutti i partecipanti (che siano attori o spettatori) a trovare una soluzione a quegli episodi del vissuto che non hanno trovato soluzione e che continuano quindi a causare sofferenza. L’autore infatti non limita la propria indagine all’interno del dolore come status finito e limitato/limitante, all’analisi psicologica dei meccanismi di autodistruzione o di crescita interiore che esso causa, ma attraverso l’esposizione e l’indagine su di esso, Jodorowsky dimostra un preciso e personale scopo di trascendere dalla sofferenza per elevare il soggetto al di sopra delle immobilità causate dalla sofferenza stessa, sfruttando le possibilità rituali del mezzo teatrale per apportare delle effettive migliorie all’esistenza dello spettatore, dell’attore e dell’autore.
Questo lavoro quindi parte da una ricerca biografica esistenzial-culturale dell’autore, al fine di indagare quale sia il bagaglio esperienziale che ha partecipato alla sua formazione artistica; prosegue con un’analisi della sua produzione artistica (teatral-rituale in primis) soffermandosi sulle opere più esemplificative della nostra tematica di base; ricerca e analizza il rapporto tra poetica e mezzo di comunicazione utilizzato; verifica quali effetti l’opera sortisce nel fruitore e descrive infine l’allontanamento parziale dell’artista dal mezzo performativo verso quello (radicalmente differente nella forma, ma identico nello scopo) dell’audizione personale effettuata tramite l’uso dei tarocchi.
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