Edito da SempreAvanti, Livorno, 1994, 45 p.
Esistono le premesse culturali e sociali per una scuola libera e indipendente da condizionamenti politico-affaristico-religiosi? Quello che viene insegnato a scuola è normalmente più arretrato di quello che comunemente si crede. Si insegna per risvegliare o per intorpidire le menti? Le idee che vengono inculcate sulla struttura gerarchica della società facendola apparire come inevitabile, indispensabile, in fondo il meglio che si possa avere, anzi l’unica possibile; le idee sulla religione. Si possono dare al lavoro di docente contenuti rivoluzionari anche dietro l’apparenza della normalità. Insegnare a confutare dovrebbe essere il primo obiettivo pedagogico di un modo serio ed eticamente corretto di esercitare la professione di insegnante. Non può esservi evoluzione e quindi crescita se l’insegnante non riesce ad agire come starter culturale, etico – nei confronti delle menti dei futuri soggetti sociali.
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