Reclus Élisée, “Nuova geografia universale. La Terra e gli uomini”

Edito da
Leonardo Vallardi Editore, Napoli; Società Editrice Libraria, Milano;
Primo Volume: 1884, LXXI+1135 p.
Secondo Volume: 1888, 1110 p.
Terzo Volume: 1892, 959 p.
Quarto Volume: 1894, 1008p.
Quinto Volume, Parte Prima: 1901, 1072 p.
Quinto Volume, Parte Seconda: 1902, 698 p.
Quinto Volume, Parte Terza: 1904, 919 p.
Sesto Volume: 1896, 1032 p.
Settimo Volume: 1892, 992 p.
Ottavo Volume: 1888, 1078 p.
Nono Volume: 1891, 1005 p.
Decimo Volume: 1887, 741 p.
Undicesimo Volume: 1890, 958 p.
Dodicesimo Volume: 1894, 765 p.
Tredicesimo Volume: 1894, 922 p.
Quattordicesimo Volume, Parte Prima: 1896, 781 p.
Quattordicesimo Volume, Parte Seconda: 1897, 911 p.
Quindicesimo Volume, Parte Prima: 1897, 1000 p.
Quindicesimo Volume, Parte Seconda: 1898, 884 p.
Quindicesimo Volume, Parte Terza: 1899, 877 p.
Sedicesimo Volume: 1900, 1078 p.

Introduzione
La pubblicazione di una GEOGRAFIA UNIVERSALE, per quanto possa parere impresa temeraria, è giustificata dai notevoli progressi compiuti di recente e che si vanno compiendo nella conquista scienti-fica del globo. Le contrade dove da lunga pezza domina l’uomo incivilito hanno lasciato penetrare gran parte de’ loro misteri; vaste regioni, per lo innanzi non esplorate dall’Europeo, vennero ad aggiungersi al mondo conosciuto, e le leggi cui obbediscono i fenomeni terrestri sono state scrutate con più rigorosa esattezza. Le conquiste della scienza sono in numero troppo grande, e troppo sono importanti perchè si possa introdurne il riassunto in qualche opera vecchia, fosse pure del maggior merito, come quel-la dell’illustre Malte-Brun. A tempi nuovi occorrono libri nuovi. La mia grande ambizione sarebbe di poter descrivere tutti i paesi della Terra e farli apparire agli occhi del lettore come se mi fosse stato dato di percorrerli io medesimo e di contemplarli sotto i loro di-versi aspetti; ma, per un uomo solo, la Terra è davvero sconfinata, sì che ho dovuto giovarmi dell’aiuto di tutti i viaggiatori per riprodurre la infinita successione dei paesaggi terrestri. Nondimeno ho procurato di non seguire ciecamente le mie guide e mi sono studiato, mercè continue letture, di controllare le loro descrizioni e narrazioni. Innanzi di riprodurre le parole, ho sempre aspettato di essermene reso un esatto conto; ho fatto rivivere la natura intorno a me.Ma questa natura cambia essa pure costantemente insieme cogli uomini cui dà nutrimento. I movimenti interni sollevano od abbassano le montagne, le acque correnti trasportano via il suolo e lo trascinano verso il mare, le correnti rodono le scogliere e ricostruiscono gli arcipelaghi, la vita formicola nei flutti e rinnova senza posa la superficie della Terra; infine i popoli, coll’agricoltura e coll’industria, cambiano le vie commerciali e modificano l’aspetto e le condizioni prime dei continenti che li portano, nècessitano di modificarsi essi medesimi colle emigrazioni e cogli incrociamenti. Infinita è la mobilità di tutto quanto ne circonda; tuttavia è uopo tentare d’offrirne un’idea e descrivere insieme quello che rimane e quello che muta. Già nel libro L A T ERRA , che in cotal modo è la prefazione dell’opera attuale, ho tentato di descrivere i movimenti generali che si producono alla superficie del globo; ora si tratta di seguir linei particolari attraverso i mari e i continenti. Siffatto lavoro, ben lo sento, difficilmente può condursi a buon fine; ma nell’ampiezza stessa del compito trovo la scusa del mio ardire, e vi consacro sinceramente le rapide ore della mia vita. La goccia di vapore che brilla un istante nello spazio riflette nella sua molecola quasi impercettibile l’universo che la circonda colla sua immensità: così io mi provo a riflettere il mondo circostante.La geografia convenzionale, che consiste nel citare le longitudini e le latitudini, nell’enumerare le città, i villaggi, le divisioni politiche ed amministrative, piglierà un posto affatto secondario nel mio lavoro;gli atlanti, i dizionari, i documenti ufficiali offrono su questa parte della scienza geografica tutte le desiderabili indicazioni. Coll’assumermi la facile bisogna d’intercalare numerose tabelle di nomi e di cifre non vorrei accrescere inutilmente le proporzioni di un’opera che sarà già molto estesa, e temerei di usurpare un dominio, quello della cartografia e della statistica pura. L’aggiunta al mio libro di una certa quantità di carte non l’ho fatta per ambizione di comporre una specie di atlante, dispensando il lettore dal ricorrere alle opere speciali. Mentre le carte generali hanno per iscopo di dare a coloro che le studia-no tutte le indicazioni, nessuna eccettuata, che si riferiscono alla configurazione del suolo ed alla posizione de’ mari, le incisioni e le carte speciali della NUOVA GEOGRAFIA UNIVERSALE sono destinate unicamente a mettere in evidenza i fenomeni di cui è parola nel testo; e mentre esse saranno, come è necessario, esatte e precise, trascureranno i particolari secondari. Lungi dal surrogare un atlante, le mie carte non fanno, per così dire, che commentarlo e spiegarne il significato intimo, in relazione ai fenomeni della natura ed agli avvenimenti della storia.Nel mio lungo viaggio attraverso il mondo, dai paesi dove ha sua sede la civiltà europea, ai formidabili monti di ghiaccio che vietano all’uomo di approdare alle terre antartiche, io non mi costringerò ad un ordine assolutamente rigoroso. Siccome la natura è essa medesima diversa molto nei suoi aspetti e non obbedisce ad un regime di convenzionale regolarità, io terrei un ordine affatto apparente ove seguissi sempre lo stesso sistema nella descrizione de’ paesi. Parmi più conforme al vero lasciarmi dirigere nel lavoro dall’importanza relativa dei fenomeni che si tratta di descrivere, dai caratteri distintivi e dallo stato di coltura dei popoli che si succederanno ne’ miei quadri.Nel cominciare un’opera così estesa è mio dovere di impegnarmi verso il lettore ad usare la maggior sobrietà di linguaggio. Troppo ho a dire per non ritenermi obbligato a sfuggire ogni parola inutile; sarò dunque più breve che mi sarà possibile, senza nuocere alla chiarezza dell’esposizione. La Terra è abbastanza grande e i mille e quattrocento milioni d’uomini che l’abitano offrono diversità e contrasti bastevoli per parlarne senza cadere in ripetizioni inutili.Per mala ventura, il mio lavoro, qualunque sia la cura colla quale l’ho preparato e lo vado esponendo, non andrà immune da molti errori. Quelli derivanti dalle continue trasformazioni della natura e dell’umanità non potrebbero essere evitati, nè mi è d’uopo scusarmene, perchè non posso pretendere di precorrere il tempo. Però io prevedo del pari molti errori provenienti, vuoi dall’ignoranza delle opere dei miei predecessori, vuoi, cosa più grave, da qualche pregiudizio del quale forse non riuscii ancora a spogliarmi. Ne chiedo scusa sin d’ora ai miei lettori, ai quali posso invece promettere lo scrupolo nel lavoro, la rettitudine nei giudizi, il rispetto continuo alla verità. Ciò mi dà animo a rivolgermi ad essi pieno di fiducia, invitandoli a studiare con me questa TERRA BENEFICA , che tutti ci porta, e sulla quale sarebbe così bello vivere come fratelli!
Eliseo Reclus

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Nota dell’Archivio
-L’originale “Nouvelle Géographie universelle : La Terre et les Hommes”, pubblicata dalla Librairie Hachette et Cie di Parigi tra il 1876 il 1894, si compone di 19+1 Volume (per un totale di 17016 pagine)

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