Università Commerciale Luigi Bocconi, Corso di Laurea in Economia per le Arti, la Cultura e la Comunicazione, 2004/2005, 43 p.
Introduzione
“Stat rosa pristina nomine,
Nomina nuda tenemus.”
Bernardo di Morlay, De contemptu mundi.
Il presente lavoro di ricerca è nato allo scopo di rappresentare, mediante esposizioni teoriche e aneddotiche, la storia passata e presente di quella forma di contestazione dell’ordine socio-economico esistente denominata dai suoi stessi protagonisti “comunicazione guerriglia”. Nel corso della trattazione verranno esaminate inoltre le principali influenze intellettuali esercitate sugli sviluppi del fenomeno, da parte di numerose correnti novecentesche del pensiero filosofico, sociologico, semiologico e artistico.
In particolare, la struttura della tesi è definita da:
– Capitolo 1: “5 W” => le origini della comunicazione sovversiva, le cause, il “soggetto rivoluzionario”, il terreno di scontro.
– Capitolo 2: “Ping-Fa” => le caratteristiche generali della comunicazione guerriglia e le sue strategie di organizzazione e di lotta (influenze filosofiche).
– Capitolo 3: “Bevo Jägermeister perché il mio spacciatore è in galera” => le principali tecniche impiegate dalla comunicazione-guerriglia, breve cronistoria del détournement, varia e diffusa aneddotica. Prima di dare inizio alla trattazione, è necessario fare però alcune precisazioni, che possono suonare anche come una necessaria professione di umiltà:
– con il presente studio non ci illudiamo affatto di aver trattato l’argomento in questione con sufficiente profondità e diffusione. Di fronte ad evidenti problemi di spazio e di tempo, abbiamo deciso di limitare l’approfondimento soltanto a quelle forme di comunicazione- guerriglia che comportassero un risvolto “performativo”, ovvero azioni concrete nel quotidiano reale. In questo modo abbiamo consapevolmente tralasciato la quasi totalità della comunicazione “virtuale” che avviene esclusivamente sul circuito di Internet.
– Allo stesso modo abbiamo deciso di concentrare l’analisi su fenomeni che interessassero soprattutto le forme di comunicazione, tralasciando dunque spesso i contenuti della comunicazione, a favore di uno studio della forma (che comunque, in molti casi, è essa stessa un contenuto…).
– Non ci siamo occupati dei fenomeni di Controinformazione, in quanto abbiamo ritenuto che quell’ambito avesse acquisito, soprattutto ultimamente, una propria esistenza autonoma, tale da consentirle di poter essere separata dal resto della comunicazione-guerriglia. Sarebbe stato interessante, dunque, integrare l’analisi con uno studio separato del fenomeno della controinformazione, vitalissimo in Europa e in Italia da decenni. Sarà per una prossima occasione…
– Nonostante sia ripetuto più volte nel corso della trattazione come il fenomeno analizzato si caratterizzi per una marcata ostilità per le Teorizzazione, le Astrazioni, i Pensieri Istituzionalizzati, tuttavia, soprattutto nella prima parte della tesi, abbiamo dedicato attenzione particolare all’esposizione dei differenti influssi teorici e alla rappresentazione (comunque sempre non schematica né categorica) delle posizioni ideali che possono in qualche modo accomunare la galassia dei guerriglieri della comunicazione.
Infine, il procedere della narrazione potrà risultare a tratti frammentato e leggermente dispersivo. Ci auguriamo che questo inconveniente si verifichi il meno possibile. In ogni caso, ce ne assumiamo la piena e consapevole responsabilità, poiché è stata scelta fin dal principio una modalità di trattazione “perimetrale” e che fornisse un’ampia panoramica dei collegamenti possibili e degli stimoli nascosti nell’oggetto dell’analisi piuttosto che cercare di elaborare un’analisi più approfondita ma, a nostro giudizio, forse anche più arida. Alla base di questa scelta sta la convinzione di chi scrive che sia di gran lunga preferibile la selva delle intuizioni e delle verità ombrose, piuttosto che la Stonehenge della Verità