La terra trema, lo Stato avanza. Il terremoto di Messina nel 1908. L’ingegneria sociale dei terremoti passati e futuri

Edito da ‘u piscistoccu, [Haiti, Vulcan Road], Febbraio 2011, 46 p.

Un comune denominatore unisce disastri lontani nello spazio e nel tempo, quello della penetrazione militare massiccia nel cuore di una comunità già in ginocchio, emotivamente e fisicamente provata, e nell’impossibilità di procacciarsi i beni di prima necessità secondo le modalità consuete di sopravvivenza. Senza la macchina organizzativa che permette di applicarla, senza i suoi tutori, i suoi guardiani e controllori, la legge diviene carta straccia, la morale viene annullata dalle necessità impellenti, l’ordinaria sottomissione quotidiana viene scossa dal freddo, dalla fame, dalla sete. Il potere costituito non può correre il rischio di estinguersi e agisce nell’unico modo che gli è proprio, quello della violenza istituzionalizzata. Ma, nel tempo che intercorre tra il disastro e la riorganizzazione del potere, si aprono spazi di libertà senza precedenti nella storia della nostra vita ordinaria… Sta a noi tentare di prolungare questo intervallo di tempo il più a lungo possibile.

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