Edito / Ciclostilato da Assandri, Torino, 21 Giugno 1978, VIII+28 p.
Nella vita di Ferrer erano rimasti vivi i ricordi dei metodi educativi della sua infanzia, la miseria estrema delle scuole, l’insegnamento “ex cathedra”, a base di cerimonie e funzioni religiose, di preghiere, impartito da maestri ignoranti, molti dei quali preti, e l’ignoranza profonda del popolo. Ferrer giovane si trovò a vivere in tempi terribilmente reazionari. La monarchia, sostenuta dal clero, tiranneggiava sul popolo e reprimeva nel sangue qualsiasi tentativo dei lavoratori di organizzarsi per difendere il loro diritto all’esistenza. Le prigioni rigurgitavano di uomini ritenuti responsabili di tali tentativi e le più crudeli, efferate torture erano usate contro i detenuti e dal Forte di Montjiuch si udivano, troppo di frequente, gli scoppi delle fucilazioni. Le repressioni feroci, sanguinose provocano sempre azioni individuali e violente. Parecchi attentati vi furono in Spagna tra la fine del secolo scorso ed il principio di questo. Anche l’anarchico italiano, Michele Angiolillo, il 9 Agosto 1897, gettò una boma che uccise Canovas del Castillo, presidente del consiglio spagnolo.
Nota dell’Archivio
-L’opuscolo raccoglie gli articoli pubblicati su Cronaca Sovversiva inerenti alla questione di Francisco Ferrer:
Un primo insegnamento della rivolta catalana (2 Ottobre 1909)
Oh, questa volta è finita ! (9 Ottobre 1909)
Alla gogna oggi: domani alla lanterna ! (23 Ottobre 1909)
Nel primo anniversario dell’assassinio di Francisco Ferrer (15 Ottobre 1910)