Masini Pier Carlo, “Anarchici e comunisti nel movimento dei consigli a Torino”

Stampato da Tipolitografia G. Capponi, Firenze, 1970, 33 p.

Prefazione
Presentando ai lavoratori italiani, e particolarmente agli anarchici, lo studio che Pier Carlo Masini ha voluto dedicare al movimento dei consigli di fabbrica del dopoguerra rosso 1918-1922, formulo l’augurio che alla larga diffusione corrisponda da parte dei lettori un vivo interesse per questo tipico organismo dalle grandi possibilità rivoluzionarie, che in quegli anni fu strumento essenziale e caratteristico della nostra lotta. La lucida trattazione e l’ampia documentazione testimoniano la diligenza e la obiettività di questa esposizione che illustra, specie ai giovani compagni, quanto di più concreto il movimento anarchico seppe allora esprimere per potenziare, su un terreno nostro, gli aneliti di riscossa e di emancipazione delle classi lavoratrici. Inoltre, proprio nel momento in cui la situazione politica di un mondo minato dalle sue stesse contraddizioni, ancor più che dalla volontà degli uomini, può aprire insperate possibilità rivoluzionarie, mi pare estremamente utile l’idea dell’autore di riproporre il tema dei Consigli. E soprattutto mi sembra opportuno sottoporre ad adeguata riflessione le diverse concezioni, ben messe in evidenza dal Masini, della funzione e del potere di essi da parte delle diverse correnti ideologiche. Purtroppo oggi, come allora, rimane inalterato il dissenso fondamentale fra noi ed i comunisti autoritari sul carattere statale o libertario dei Consigli.
Ed è ormai evidente anche sul piano storico che una società di Consigli di produttori liberamente eletti non è conciliabile, per la contraddizion che nol consente, con un regime di dittatura, sia pure proletaria. È ovvio però che ciò non è sufficiente per dimostrare che il sistema dei Consigli, come noi lo intendiamo, è irrealizzabile. Non solo, ma lo stesso pericolo di uno slittamento autoritario di questo strumento di lotta e cellula della futura struttura sociale non può indurci a rinunciarvi. Perciò, se sarà necessario, noi lotteremo a fianco delle correnti politico-sindacali a noi affini finchè riterremo che ciò sia utile allo scopo comune, che mira al possesso collettivo dei mezzi di produzione e di scambio ma poi, come nei più bei tempi della mia vita modestamente polemizzando dicevo ad Antonio Gramsci, raggiunto il bivio dal quale si dipartono le vie che conducono all’autorità od alla libertà, al Soviet di Stato o al Soviet della libera comunità umana, gli anarchici sceglieranno la loro strada.
Maurizio Garino

Link Download

Nota dell’Archivio
-Prima edizione: Collana Seme Libertario, (a cura del) gruppo Barriera di Milano, Torino, 1951

Questa voce è stata pubblicata in Opuscoli e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.