Estratto da Rivista Storica del Socialismo, 1962, 50 p.
L’Italia degli stati d’assedio, delle leggi eccezionali e del domicilio coatto fu anche l’Italia del casellario politico. Il casellario venne impiantato dal Crispi nel biennio 1894-1895 per combattere quella che egli definì setta infame, sbucata dalle più nere latebre della terra, la quale scrisse sulla sua bandiera « nè dio nè capo » (discorso del 10 settembre 1894). La misura era cioè diretta, come le leggi eccezionali del 19 luglio dello stesso anno, contro gli anarchici. Ma in effetti essa tendeva a colpire tutti gli oppositori: socialisti, repubblicani, radicali. Venne così costituito un casellario politico centrale presso il Ministero degli Interni – Direzione Generale di Pubblica Sicurezza e, probabilmente, casellari politici periferici vennero istituiti anche presso Questure о Prefetture. Il casellario politico centrale era costituito da fascicoli personali, ordinati alfabeticamente, in ognuno dei quali venivano raccolte tutte le carte relative al sorvegliato speciale (rapporti di prefetti, questori, commissari di P. S., marescialli dei carabinieri ecc., denunce anonime, relazioni dei direttori delle carceri per i detenuti e dei consoli per i fuorusciti, ritagli di giornali, copie di denunce all’autorità giudiziaria ecc.). Ma la base del fascicolo era una scheda biografica, compilata su modello ministeriale a stampa dal prefetto della provincia di nascita о di residenza (o da entrambi). Nella scheda — un libretto di varie pagine — oltre ai dati anagrafici essenziali, ai connotati e alla fotografia era riportato un profilo biografico del soggetto, con particolare riguardo al suo curriculum politico, ai suoi studi, attitudini, relazioni, condanne subite ecc. Il Ministero provvedeva poi a tenere aggiornata la scheda con apposite « annotazioni » redatte sulla base di informazioni о di fogli-notizie trasmessi dai prefetti. Il casellario politico centrale, limitatamente ai « sovversivi » ( questa è la definizione tecnica, introdotta probabilmente dai fascisti) deceduti prima del 1935, si trova ora a disposizione degli studiosi presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma, nella nuova sede dell’E.U.R.. Si tratta di alcune migliaia di fascicoli di cui esiste inventario alfabetico.
Ragguardevole è il valore di questo materiale per la storia dell’Italia contemporanea. Sotto l’aspetto politico il casellario costituisce, per così dire, l’anagrafe, il ruolo organico dell’opposizione socialista, repubblicana о democratica: un esercito di militanti, dirigenti di fama internazionale e oscuri propagandisti di provincia, tutti perseguitati per le loro idee, tutti impegnati in una dura lotta contro quello che fu in Italia, ancor prima del fascismo, un regime di dittatura. E il volto di questa dittatura, inquisitorio, fiscale, poliziesco, appare dalle note biografiche compilate dai prefetti col linguaggio ereditato dai loro predecessori imperialregi e borbonici. Per la parte informativa il casellario fornisce, cronologicamente ordinate, copiosissime notizie biografiche, altrimenti di difficile accertamento: date di nascita e di morte, arresti, processi, espatrii, collaborazione a riviste e giornali, casi familiari ecc. Ma l’interesse maggiore del casellario è quello umano, cioè la scoperta di una realtà assolutamente inedita, che spesso sfugge allo storico dei movimenti sociali, proteso a cogliere fenomeni collettivi e di massa e tal volta dimentico che dietro quei fenomeni, dentro quella massa anonima ci sono uomini, uno più uno, ognuno con un volto, un’età, un temperamento, un mestiere, uno stato civile. Grazie a queste biografie, all’interno della classe о del partito, che per semplificazione espositiva о per astrazione teorica spesso presentiamo come formazioni compatte ed omogenee, noi ritroviamo una umanità ineguale e frastagliata, nella quale peraltro è possibile individuare le spinte oggettive che trasformano un assieme di casi individuali in fenomeno collettivo. Cosicché la vita individuale cessa di essere, davanti alla generalizzazione di movimenti di massa, una trascurabile appendice di curiosità aneddotiche, ma diventa materiale scientificamente utilizzabile per pervenire alla scoperta, alla convalida (e qualche volta alla rettificai di quelle generalizzazioni. Iniziamo qui la pubblicazione di una serie di schede biografiche. I soggetti appartengono quasi tutti alta prima generazione socialista: quella della Prima Internazionale. Alle schede abbiamo aggiunto in certi casi, oltre ad una breve nota bibliografica, anche altre testimonianze ricavate da necrologi, notizie di stampa, cronache ecc., quasi tutte poco conosciute e utili per una ricostruzione biografica. Abbiamo invece ritenuto di non estendere la pubblicazione ai vari documenti contenuti nel fascicolo personale, poiché in tal caso il lavoro avrebbe assunto proporzioni troppo vaste. Da questi documenti abbiamo invece tratto alcune notizie integrative della scheda biografica, che qui compaiono in una nota introduttiva.
Nota dell’Archivio
-Opuscolo fotografato