Teramo, [primi anni dieci del duemila], 8 p.
Nei mari del golfo del Messico si sta consumando una catastrofe ambientale e sociale di proporzioni gigantesche. L’ennesima. Il 21 Aprile un’esplosione sulla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della British Petroleum, situata al largo delle coste della Louisiana, ha causato uno dei più gravi disastri ambientali della storia e ha rivelato ancora una volta al mondo una delle terribili caratteristiche della società industriale in cui viviamo: la capacità dell’essere umano di provocare irreversibili catastrofi e l’incapacità quasi assoluta di porvi rimedio. Sono morte 11 persone e in pochi giorni la fuoruscita di petrolio dal pozzo è stata stimata intorno ai 5 mila barili, tra gli 800 mila e 1 milione di litri, al giorno. Ma neanche sulle stime c’è accordo tra gli esperti, altri calcolano che la fuoruscita di greggio potrebbe addirittura aggirarsi tra i 20mila e i 1OOmila barili al giorno… Le molteplici chiazze nere si sono estese su un’area complessiva di 160 km per 70 km di ampiezza, con uno spessore in alcuni punti di 90 metri.