Vroutsch, “La radioattività e i suoi nemici”

Edito da Edizioni della Rivista Anarchismo, Catania, Maggio 1979, 56 p.

E’ tempo di riconoscere il ruolo del nucleare nelle relazioni antagonistiche Stato/Capitale. Servitore dello Stato nelle sue implicazioni (centralizzazione energetica, settorializzazione dello spazio, controllo poliziesco permanente), e servitore del Capitale nella misura in cui divide una nuova era di riproduzione, opera una convergenza tra uno Stato in pieno sviluppo e sostituzione graduale delle relazioni sociali con relazioni amministrative e mediate e un Capitale costretto a negare le barriere statali per dominare la sua crisi. Lo Stato trova nel nucleare il mezzo per perpetuare la stabilità necessaria alla sua espansione, il Capitale vi ricerca ciò che alimenta il suo eterno squilibrio produttivo. Il nucleare è ultimo punto di congiunzione tra queste due forze che impediscono reciprocamente il loro rispettivo sviluppo: per la sua struttura dinamica il Capitale deve necessariamente negare lo Stato (struttura statica) per perpetuare la sua auto-riproduzione, mentre lo Stato deve salvaguardarsi continuamente dall’energia riproduttrice del Capitale che lo rimette in questione (recupero pubblicitario della contestazione del terrorismo). Essendogli conferito un simile potere strategico, abbiamo la possibilità di capire l’importanza dell’energia nucieare, è per suo mezzo, le trappole che tende si suoi oppositori.

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Nota dell’Archivio
-Traduzione dell’articolo del testo francese “La radioactivité et ses ennemis”, Serie Esquerre n. 18

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