Edito da BFS, Pisa, 1995, 172 p.
Presentazione
Nel momento in cui si pubblicano gli atti di un convegno è legittimo chiedersi quali possano essere le ragioni che hanno portato più persone a riflettere collettivamente, e pubblicamente, intorno ad un particolare tema. L’interrogativo si rafforza se si tratta, come in questo caso, del primo convegno dedicato, dopo un lungo intervallo temporale, alla rivisitazione dell’opera e dell’elaborazione culturale di uno “strano” intellettuale, che scelse la lotta politica come terreno privilegiato per la verifica dei capisaldi della propria riflessione. Raniero Panzieri, infatti, amava spesso ripetere che «la verità della teoria è nell’impegno», privilegiando l’impegno politico e culturale militante rispetto alla spesso sterile ripetizione di idee e di concetti in polverose aule universitarie: e la sua storia personale ci ricorda che non si limitava soltanto a ripeterlo. Nell’organizzare l’iniziativa ci siamo posti il duplice problema del rapporto dell’eredità lasciata da Panzieri con la realtà di oggi, e quello, più generale, della memoria che la società attuale ha di una generazione di intellettuali che ha animato una stagione culturale e politica fra le più vivaci ed originali della nostra storia. In questo senso, nelle nostre intenzioni – che hanno informato un ampio lavoro seminariale preparativo – non vi è stata certamente la condivisione di un intento celebrativo, peraltro radicalmente antitetico al nucleo profondamente demitizzante e avverso a qualsiasi tentazione messianica о teleologica, dell’intera riflessione panzieriana. Non si può fare a meno di constatare l’assoluto indebolimento della memoria che oggi si ha di avvenimenti о di movimenti culturali che hanno operato, come in questo caso, in anni non poi così lontani. Le ragioni di questa amnesia di massa sono, naturalmente, molto complesse e non sarà sicuramente questo libro a sanarle: ci pare comunque doveroso, anche in relazione alla storia umana del personaggio Panzieri, sottolineare la complicità, о quantomeno le responsabilità, di una cultura di sinistra che spesso ha stritolato la storia di molti esponenti di culture politiche in odor di eresia nelle soffocanti maglie delle strettoie politicistiche oppure consegnato la loro vicenda politica ed intellettuale al limbo neutrale della “riflessione scientifica” per mezzo di astratti processi di “canonizzazione” celebrati da zelanti chierici accademici. Ecco perché, una ragione di interesse per il lavoro dell’intellettuale romano, può essere ricercata nella radicale alterità che contraddistingue la sua elaborazione teorica strettamente aderente alla sua vicenda umana, che fanno di lui un intellettuale radicalmente lontano – ma in virtù di ciò anche estremamente affascinante – dal livello non entusiasmante in cui ristagna la riflessione culturale e politica contemporanea. Confrontarsi con una figura complessa come Panzieri non è un’operazione scevra da difficoltà: Panzieri fu un quadro importante del Psi di Morandi e Nenni, ma anche uno dei teorici più significativi – con l’esperienza dei «Quaderni rossi» – di quella che poi verrà chiamata Nuova Sinistra; fu un ispiratore del movimento dei contadini in Sicilia, ma anche docente universitario a fianco di Galvano della Volpe; fu un instancabile organizzatore culturale “dal basso”, ma anche redattore e consulente editoriale della casa editrice Einaudi; fu un apprezzato traduttore ed anche un originale interprete della riflessione marxiana. Panzieri fu tutto questo e altro ancora. Il convegno non ha potuto, come è ovvio, prendere in considerazione tutte le angolature da cui è possibile osservare la figura di Panzieri. È stato possibile mettere in luce solo alcuni momenti ed alcuni aspetti della multiforme e poliedrica attività panzieriana. Preme qui mette re in evidenza solo due punti: la prima indicazione che si ha dalla lettura di questi contributi è l’unanime consenso dei relatori sul riconoscimento della forte discontinuità introdotta dal fondatore dei «Quaderni rossi» nel discorso politico degli anni ’50 e ’60, sia nel senso di una rimeditazione delle categorie analitiche classiche della cultura di sinistra, sia nel senso della ricollocazione dei soggetti strategici dell’agire politico alternativo, vale a dire la classe, il partito, i sindacati ed i consigli. Da questa discontinuità scaturisce poi l’altro elemento su cui è stato possibile coagulare il consenso dei relatori, ovvero il profondo rinnovamento metodologico introdotto da Panzieri nelle scienze sociali. Intorno a questi due punti si ritrovano poi altre osservazioni critiche, approfondimenti e riflessioni sull’attività di Panzieri e sulla fase storica che lo vide attento protagonista: la diversa estrazione culturale e politica dei relatori, in questo senso, lungi dall’essersi rivelato come un fattore di dispersione ha rappresentato invece un motivo di arricchimento per il confronto con l’opera di Panzieri, di cui questi atti vorrebbero segnare un nuovo inizio.
Nota dell’Archivio
-Nella nota editoriale è riportato il seguente testo firmato dai curatori del libro: “Il presente libro raccoglie i contributi del primo incontro dedicato – dopo un
intervallo di trent’ anni – alla rivisitazione dell” opera complessiva di Raniero Panzieri,
tenutosi a Pisa il 28 e 29 gennaio 1994. Il convegno ha visto coinvolti nella veste di
organizzatori il Centro Iniziativa Scienze Politiche (Cisp) di Pisa, il Centro Gramsci
di Viareggio, le riviste «Il Grandevetro», «L’Utopia Concreta» e «Per il ’68».
La realizzazione dell’iniziativa e del presente libro non sarebbero state possibili
senza il contributo dell’Amministrazione Provinciale di Pisa e dell’Azienda Regio
nale per il Diritto allo Studio di Pisa, le quali hanno dimostrato, anche in questo caso,
una viva sensibilità per questo genere di iniziative culturali.
Un vivo ringraziamento va anche a coloro che hanno permesso, grazie al loro
lavoro ed al loro impegno, lo svolgimento del convegno, prima, e la pubblicazione del
libro – curando la trascrizione e la correzione dei contributi – dopo: in particolare si
ringraziano Michela Pezzini, Paolo Barrucci, Daniele Ronco e Alessandro Scalpellini.
In appendice sono riportati soltanto alcuni degli interventi che hanno animato il
dibattito successivo all’esposizione delle relazioni: abbiamo omesso, per motivi di
spazio, quegli interventi che sono già stati pubblicati su giornali о riviste.
Un ringraziamento, infine, alla casa editrice Einaudi che ha gentilmente concesso
la riproduzione della poesia di Franco Fortini, apparsa originariamente nella raccolta
Paesaggio con serpente, Einaudi, Torino, 1984.
La pubblicazione degli atti è stata curata da Marco Cini e da Giuliano Zingone.”