Edito in proprio, San Lucido (Cs), Ottobre 2011, 180 p.
Paola, primo maggio 1920, ore 18.30. Durante una manifestazione non autorizzata si scatena, nel corso principale del paese, una grande rissa. Si fronteggiano, da una parte i radical-socialisti e dall’altra i popolari. Il vero movente dello scontro è l’odio che da anni cova negli animi esacerbati di vari gruppi politici e familiari contrapposti. Si lanciano pietre, ci si prende a bastonate e si spara da ambo le parti con rivoltelle e fucili. Qualcuno pensa che sia giunto il momento di farla pagare all’On.le Domenico Miceli- Picardi che, irresponsabilmente, nonostante le raccomandazioni dei responsabili dell’ordine pubblico, è sceso dalla sua abitazione per marciare in testa al corteo verso la sede socialista. Un colpo di arma da fuoco a lui indirizzato attinge, per sbaglio, Nicola De Seta, il capolega dei contadini poveri paolani. De Seta, colpito a morte, si accascia esanime al suolo e, come se non bastasse, viene aggredito e ferito a colpi di rasoio. Chi ha sparato? Il colpo mortale è partito da un balcone o dal terrapieno? Le testimonianze raccolte sono le più diverse. Vengono arrestati popolari, socialisti e massoni che verranno rilasciati dopo qualche giorno. Si redige una relazione autoptica che, paradossalmente, scagiona tutti e, grazie alla “provvidenziale” testimonianza di una “mala femmina”, viene accusato dell’assassinio un certo Luigi Cinelli, militante dello stesso partito della vittima. Nonostante alcune evidenze che contrastano con la verità ufficiale, la propaganda clericale ha ormai preso il via e Nicola De Seta diventa un martire della violenza rossa. Nei documenti pubblicati in questo libro le verità nascoste di un caso che, dopo novant’anni, è ancora aperto.