Ferrua Pietro, “Ricardo Flores Magon e la rivoluzione messicana”

Edito da Avant/Gard-Anarchism, 2008, 19 p.

Premessa
Circa vent’anni or sono, mi capito fra le mani un libriccino sbiadito edito a Città del Messico nel 1925. Il nome dell’autore, Diego Abad de Santillán mi era assai noto, soprattutto per i suoi lavori di storiografia e bibliografia, nonché per la sua partecipazione eminente alla Rivoluzione Spagnola. L’opera era dedicata alla memoria di un anarchico messicano a me quasi sconosciuto. Fu quindi piuttosto il nome dell’autore ad invogliarmi alla lettura. Debbo confessare che il contenuto mi entusiasmo ma mi lascio alquanto perplesso. Non che dubitassi della fondatezza delle affermazioni del Santillán, ma temevo avesse un po’ esagerato l’importanza del Magón, come pensatore e come rivoluzionario, mosso da un comprensibile spinto di partigianeria. La versione della Rivoluzione Messicana offertami dai manuali di storia (o dai corsi universitari) era ben altra. Decisi di procurarmi le opere del Magón, che non erano pero reperibili nelle biblioteche italiane da me consultate ed erano esaurite presso l’editore da oltre un ventennio. Mi rassegnai perciò, a malincuore, a rimandare a tempi migliori la soddisfazione di quel che era, a quell’epoca, poco piú di una curiosità. Piú tardi, durante il Campeggio Internazionale anarchico di Cecina, ebbi occasione di mostrare il libro del Santillán al compagno spagnolo Alberto (pseudonimo di José Lluis Facerías, morto tragicamente pochi anni dopo in un agguato tesogli dalla polizia franchista) che vi si interessò. Ci si accorse allora che il contributo degli anarchici alla Rivoluzione Messicana non era affatto noto e che accadeva sistematicamente lo stesso fenomeno con altri episodi storici. Decidemmo allora di intraprendere delle ricerche atte a valorizzare l’apporto anarchico internazionale alle lotte per la libertà, sia per puntiglio storico, sia per trame utili insegnamenti per la tattica e strategia di lotta in vista della liberazione della Spagna. Primo risultato fu l’esposizione della stampa anarchica internazionale in seno al Campeggio stesso, col valido aiuto di Ugo Fedeli e Cariddi di Domenico. Questa mostra il Facerías la voleva itinerante, sperando che sfociasse poi in un organismo stabile che collezionasse tutto quanto era stato scritto sull’anarchismo e riunisse poi collettivi di studio per esaminare i vari problemi -sorti dall’analisi del passato. Alberto stava per recarsi nell’America del. Sud ed avrebbe voluta sospingersi sino al Messico non sol tanto per studiare l’influsso di Magón sulla Rivoluzione del 1910, ma perché riteneva che il terreno vi fosse propizio all’azione rivoluzionaria. Ci separammo ed io, in Isvizzera, fondai il Centro Internazionale di Ricerche sull’Anarchismo, memore delle nostre discussioni e progetti di tre o quattr’anni prima. Facerías, purtroppo, non ebbe tempo di rallegrarsene – forse non riuscí neppure a riceverne la notizia – perché venne assassinato pressapoco allo stesso periodo, durante un viaggio in Ispagna che avrebbe dovuto essere l’ultimo, alla vigilia del suo imbarco per l’Argentina. Anni dopo ebbi occasione di corrispondere con Santillán e, nel 1965, il piacere d’incontrarlo a Buenos Aires e di riparlare con lui dei fratelli Magón. Nel frattempo mi ero procurato altri scritti al riguardo e nel 1968 potevo dedicare una prima conferenza agli « Anarchici nella Rivoluzione Messicana », in un Teatro di Rio de Janeiro. Nel 1970, in una seconda conferenza per l’Università dell’Oregon, potevo fare il punto e sostenere che non solo le affermazioni del Santillán nel suo schizzo biografico del 1925 erano piú che attendibili, ma che documenti venuti alla luce nel frattempo negli archivi giudiziari e diplomatici, aumentavano ancor piú l’importanza del nucleo di anarchici che ave- vano preparato e provocato l’esplosione rivoluzionaria nel Messico dittatoriale di Porfirio Diaz. Il testo della conferenza venne accolto con interesse e pubblicato a Cittá del Messico, a Buenos Aires e a Los Angeles. Gli Incoraggiamenti che ricevetti, data la novita del soggetto, furono tanti e tali che decisi di dedicarvi piú tempo. Da allora, alternando la ricerca letteraria a quella storica, ebbi la fortuna di scovare molto materiale inedito e prezioso, consultando i documenti del Ministero della Giustizia, del Tribunale di Los Angeles, della Biblioteca Bancroft di Berkeley, degli Archivi Federali, ecc. I risultati di tali ricerche, in corso di elaborazione, faranno l’oggetto di vari volumi tendenti a dimostrare che agli anarchici che militavano attorno ai fratelli Magón, nelle file del Partito Liberal Mexicano, spetta il merito di essere stati i primi a preparare, con proclami, scioperi e movimenti insurrezionali, la caduta della dittatura, oltre al fatto di essere l’unico gruppo politico dotato di un programma rivoluzionario coerente e consistente. Altri aspetti poco noti o addirittura ignoti della Rivoluzione, verranno pure messi in rilievo. Ho esitato molto a licenziare questo lavoro (il cui testo risale al 1970 ed e stato appena rimaneggiato e abbreviato) che ritengo ormai superato dalle mie stesse ricerche e da quelle intraprese da altri sullo stesso argomento, ma che varrà forse come introduzione a una pagina di storia, fervida di idee per il militante e con qualche spunto anche per lo storico di professione.

Link Download

Questa voce è stata pubblicata in Opuscoli e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.