Hugo Rolland, “Il sindacalismo anarchico di Alberto Meschi”

Edito da La Nuova Italia, Firenze, 1972, XVI+293 p.

Presentazione
Iniziamo la pubblicazione dei Quaderni dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana con questo saggio, con questa testimonianza di Hugo Rolland sul movimento operaio apuano; saggio che abbraccia un periodo di tempo assai lungo, dagli inizi del secolo al secondo dopoguerra. Esso si accentra sulla figura dell’anarchico Alberto Meschi, il valoroso e valido organizzatore sindacale carrarino, con il quale Hugo Rolland ha vissuto per lunghi anni in fraterna dimestichezza e del quale con cura amorosa ha raccolto gli scritti ed 4 i documenti riguardanti la sua attività politica. Su questa vasta documentazione originale, che è stata raccolta e depositata dall’autore nell’Internationsal Instituut voor Sociale Geschiedens di Amsterdam, si basa la presente biografia, che è qualcosa di più di una biografia poiché rappresenta, a nostro avviso, un contributo essenziale alla storia politica ed economica della tormentata zona marmifera. Nessuno più di Rolland era indicato a fare simile lavoro. Rolland, in realtà Erasmo Abate, che si decise a mutare nome durante l’esilio negli Stati Uniti d’America per sottrarsi alle ricerche della polizia fascista, fu compagno di fede e di lotta del Meschi. Nato a Formia nel 1895, era emigrato giovanissimo in America, lavorando come operaio nei cantieri e come decoratore. Colà, vivendo l’esperienza dei poveri emigrati, aderì al movimento anarchico sindacale, perché il più impegnato nella lotta per migliorare le condizioni della classe proletaria. Il caso Sacco e Vanzetti lo spinse alla politica attiva, quale propagandista e conferenziere del Comitato di Difesa di Boston. Questa sua attività, nonché le prese di posizione a favore della d rivoluzione russa, gli procurarono l’accusa di « attività antinazionali » e di « sindacalismo criminale ». Quindi fu costretto a rientrare in Italia, dove giunse nel fatidico anno 1922. Errico Malatesta lo inviò ad Ancona per dar man forte ai compagni impegnati in una dura lotta. Ivi capeggiò, assieme al comunista Mario Zingaretti, gli Arditi del Popolo. Arrestato, processato e assolto per insufficenza di prove fu costretto ad abbandonare nuovamente l’Italia. Due anni d’esilio a Parigi (1923-25), persecuzioni poliziesche, contrasti amari con gli stessi compagni di lotta, di cui parlerà in altre sue opere, quindi ritorno negli Stati Uniti, dove lavorò con successo come decoratore e come agricoltore; fra l’altro collaborò anche alla fondazione del foglio anarchico « Germinal », non senza gravi dissensi e polemiche con quelli che avrebbero dovuto essere amici e collaboratori.
Infine definitivo ritorno in Italia nel 1960, anni in cui Rolland pensa e rimedita le esperienze del passato.
Noi crediamo di fare opera utile pubblicando questo volume, non solo per rendere omaggio al ricordo di un valoroso lottatore per l’emancipazione del proletariato, ma anche perché nelle pagine di Rolland rivive una parte della lotta che il popolo carrarino sostenne contro l’oppressione fascista.
Sono, queste, pagine di un compagno di lotta, scritte con l’immediatezza e l’impegno di chi ha sofferto le stesse vicende del protagonista, scritte con lo stile vivace dell’autodidatta che ha vissuto più all’estero che nella sua patria. E proprio in ciò sta il pregio dell’opera oltre che nell’obiettivo apporto di una documentazione inedita.
Per le ragioni implicite in quanto abbiamo detto e per espressa volontà dell’autore, l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana naturalmente non si sente responsabile dei singoli giudizi su persone e avvenimenti politici che il Rolland vi esprime.
Ma condividiamo con Rolland il suo anelito per la libertà e la giustizia sociale ed ammiriamo la passione e serietà d’intenti della sua ricerca. Questo è il motivo per cui diamo inizio con la biografia di Alberto Meschi alla collezione dei nostri Quaderni.
ISRT

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