Edito da Centro Studi Libertari Camillo Di Sciullo, Chieti,
Presentazione
Questo opuscolo contiene la traduzione di un estratto dal libro The guillotine at work pubblicato nel 1940 dall’esule anarco-sindacalista russo Gregori Petrovich Maximoff. Nato in un piccolo villaggio nella provincia di Smolensk nel 1893, laureatosi giovanissimo in agraria, Maximoff era già attivo nel movimento rivoluzionario all’epoca della rivoluzione russa del 1917; entrato nell’Armata Rossa, si rifiutò di obbedire agli ordini di disarmare i lavoratori e fu quindi condannato a morte. La solidarietà dei lavoratori del sindacato metalmeccanici gli salvò la vita e fu rimesso in libertà. Riprese subito a militare nel movimento anarco-sindacalista, del quale fu una figura di primo piano; fu nuovamente arrestato nel marzo del 1921, durante la rivolta di Kronstadt (che fu soffocata nel sangue dall’Armata Rossa), e trasferito nella prigione Taganka a Mosca dove rimase molti mesi. Solo in seguito ad un suo sciopero della fame ed al conseguente interessamento di alcuni sindacalisti europei allora a Mosca per un congresso, gli fu data la possibilità di chiedere asilo politico all’estero. Si recò a Berlino, quindi a Parigi e poi definitivamente negli Stati Uniti, continuando a collaborare alla stampa anarco-sindacalista edita dai profughi politici russi. È morto nel 1950.
La figura di Maximoff, come dimostra la sua biografia, è dunque quella comune a tanti anarchici ed anarco-sindacalisti russi, che dettero tutto se stessi per la causa della rivoluzione, e furono poi le prime vittime delle persecuzioni politiche contro-rivoluzionarie del regime bolscevico, che impose un ferreo centralismo ad una rivoluzione nata spontanea- mente federalista e decentrata, come afferma Maximoff. L’opuscolo è breve, diviso in molti capitoletti, di facile lettura. Innanzitutto viene sottolineata la vastità e l’importanza politica del movimento anarcosindacalista, che all’indomani della “rivoluzione d’ottobre” si andava sempre più estendendo, influenzando molte categorie di lavoratori. Maximoff ricorda i principali giornali anarchici e anarco-sindacalisti, alcuni dei quali erano quotidiani, e la contemporanea febbrile attività rivoluzionaria promossa in polemica con i bolscevichi che, dopo essersi serviti in un primissimo tempo di parole d’ordine libertarie, ormai chiara- mente parlavano della necessità di rafforzare il potere del partito e dello stato bolscevico: “arrivare al centralismo attraverso il federalismo”, questo l’obiettivo dei bolscevichi come lo formulò Stalin in un suo articolo dell’aprile 1918. Particolare attenzione dedica Maximoff alla questione dei consigli di fabbrica e del loro forzato controllo da parte dei sindacati ufficiali: è questo un problema oggi tornato d’attualità, ed anche in questa luce l’opuscolo merita di essere letto. (da «A» Rivista Anarchica 1974)
Nota dell’Archivio
-Come riportato dall’opuscolo, “Il presente volume riproduce integralmente il libro che con uguale titolo venne pubblicato da Crescita Politica a Firenze nel 1973”