Ciclostilato, Parigi, Novembre 1959, 10 p.
Estratto da La grande menzogna
“Il processo di Casale Monferrato (Italia) ha mostrato ancora una volta la consumata ipocrisia di quella che qualcuno continua imperterrito a chiamare “giustizia”. Tutto, fin dall’inizio, è stato falsato e falsificato: i giudici, il malizioso pubblico ministero e la stampa hanno cercato di trasformare gli imputati in semplici delinquenti. Il significato politico del processo è stato accuratamente nascosto, gli anarchici sono stati ridotti al rango di comuni rapinatori di banche e gli obiettivi reali delle loro azioni sono stati celati. Eppure i loro obiettivi reclamano la più generosa delle ribellioni, perché penetrano alle radici del carattere negativo della società autoritaria, cioè corrotta, che caratterizza il nostro secolo. Gli anarchici accusati a Casale Monferrato sono tutti della migliore tempra. Di fronte alla società borghese, infestata da affaristi corrotti, giudici ingannevoli e venali, chierici viziosi, governanti assassini sostenuti da un esercito e da una polizia temibili, persi nella folla dei vigliacchi e dei sicofanti, questi anarchici si sono sollevati per agire e con tutti i mezzi possibili per scacciare l’immondizia.[…]”
Note dell’Archivio
– Ciclostilato fotografato
– Opuscolo in spagnolo
– Per una panoramica sul fatto riportato da Leggio, si vedano i libri:
— Tellez Antonio, “Facerias. Guerriglia urbana in Spagna”, Paragrafo 30 “La catastrofe”, pagg. 468-71
— Vatteroni Gino, “Fòc al fòc. Goliardo Fiaschi. Una vita per l’anarchia”, Capitolo IX “Villanova Monferrato”, pagg. 129-48