Croce Ettore, “Domicilio coatto”

Edito da: Galzerano Editore
Luogo di pubblicazione: Casalvelino Scalo
Anno: Gennaio 2000
Pagine: 282
File: PDF
Introduzione/Premessa/Presentazione/Sinossi/Quarta di Copertina/Sintesi:

I due libri di Ettore Croce, pubblicati per la prima ed unica volta cent’anni fa, riproposti in questo volume, offrono una drammatica e sofferta testimonianza sul domicilio coatto, una misura di polizia illegale ed iniqua, che violava il principio fondamentale della giu­stizia, secondo il quale nessuno può essere punito o sottoposto a restrizioni della propria libertà per semplice sospetto, addirittura senza giudizio. Per impedire la crescita e lo sviluppo del movimento operaio migliaia di giovani, che professavano idee politiche invise alla monarchia, vennero imprigionati o relegati sulle isole. La violenza poliziesca, usata come arma reazionaria, colpì innocenti militanti anarchici, socialisti e repubblicani, che non avevano commesso nessun reato e non erano neanche capaci di commetterne. Al domicilio coatto si veniva assegnati su segnalazione della pubblica sicurezza: alla sca­denza, la pena, arbitraria ed atroce, poteva essere rinnovata all’infinito, senza giudici e senza delitti. Deportati sulle isole, anarchici, socialisti e repubblicani vennero costretti a vivere lontano dalle proprie famiglie in condizioni disumane e di estrema miseria. Tra i condannati anche Croce che, in questo coraggioso reportage, combatte – con verità e rabbia, passione e sdegno – una battaglia di civiltà giuridica contro l’istituto del domicilio coatto, descrivendo le sofferenze, la vita, i «reati» di pensiero e di associazione dei quali erano stati accusati i suoi compagni di pena. All’isola di Lipari, mentre sconta la pena del domicilio coatto, con un nobile e significativo atto di coraggio civile, scrisse questi due libri di denunzia, di protesta e di battaglia, che pubblicò con l’editore anarchico Ugo Lambertini, anch’egli relegato politico. Libri rivelatori, venduti a prezzi popolari, documentarono le infamie e gli arbitrii della repressione umbertina, gli abusi e l’impunità dei sorveglianti, contrapposta alla grande dignità politica, morale e civile dei coatti politici, che mantennero inalterata la loro coeren­za di combattenti e di fronte alla reazione montante non piegarono la schiena. Nel libro si incontrano tanti nomi dimenticati di «compagni» della fine dell’Ottocento, che patirono persecuzioni, carcere, torture e deportazioni per affermare ideali di libertà e di giustizia. La coraggiosa, coinvolgente e appassionante denuncia di Ettore Croce richiamò l’attenzio­ne degli italiani sul problema del domicilio coatto, abolito nel 1900 dal nuovo re che raccolse la corona nel sangue paterno. E’ una pagina dimenticata della storia repressiva del nostro paese, che Croce dedicò all’Ita­lia forcaiola di allora, divenuta un’«immensa reclusione». Storia sociale e politica che merita di essere ricordata e conosciuta dagli immemori e dalle nuove generazioni, soprattutto oggi che si vogliono aprire le porte al rientro dei Savoia, che di questa vicenda furono i principali artefici.
L’editore

Nota dell’Archivio
– Il libro pubblicato dalla Galzerano Editore riunisce i libri “A domicilio coatto. Appunti di un relegato politico”, Lipari, Tip. Pasquale Conti, 1899, e “Nel domicilio coatto. Noterelle di un relegato”, Lipari, Pasquale Conti, 1900.

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