La Lotta. Grido degli sfruttati

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Durata: 6 Marzo 1887 – 3 Ottobre 1887
Luogo: Mantova
Periodicità: Settimanale
Pagine: 4

Note dell’Archivio
– Nell’Archivio mancano i nn. 1, 3, 8, 9, 11, 18 e 20
– La raccolta completa, da sfogliare online, si trova qui
– Riguardo il giornale e il tipografo si riportano, in modo assemblato, le seguenti informazioni tratte dai libri di Clara Castagnoli, Giancarlo Ciaramelli, “Un secolo di stampa periodica mantovana 1797-1897”, FrancoAngeli, Milano, 2002, e Giancarlo Ciaramelli e Cesare Guerra “Tipografi, editori e librai mantovani dell’Ottocento”, FrancoAngeli, Milano, 2005: “Il giornaletto è organo del gruppo socialista rivoluzionario anarchico mantovano dall’indirizzo internazionalista. La redazione è composta di “puri operai manuali” e il redattore Fabio Baraldi è un falegname, autodidatta, fratello del tipografo Ciro. I suoi articoli rivelano il tentativo di trasferire a Mantova l’impostazione marxistica della Comune di Parigi dando informazione sui movimenti rivoluzionari dei vari Stati europei, reclamando la sostituzione della monarchia con la repubblica, i diritti della donna, la scomparsa della proprietà privata. Nel programma sostiene: “Lotteremo contro la borghesia tutta fin quando vi saranno ricchi e poveri, cioè sfruttati e sfruttatori, vi sarà sempre miseria e schiavitù; contro qualunque autorità sia costituzionale o repubblicana poichè questa non esiste che per difendere gli interessi della borghesia (i ricchi); contro qualunque pregiudizio. Alla proprietà privata vogliamo sostituire il Comunismo, all’autorità l’Anarchia, al pregiudizio la Istruzione ossia la Scienza, alla patria la Fratellanza di tutti i popoli, alla famiglia attuale il Libero Amore” (La Lotta, La Redazione, 6 Marzo 1887). Naturalmente il primo numero del giornale fu sequestrato e così avvenne anche per altre cinque volte su un totale di venti numeri usciti (Il primo battesimo, La Redazione, 13 Marzo 1887). In una serie di articoli dal titolo “Chi siamo?” il giornale professa la sua adesione all’ideale del comunismo: “per noi la proprietà è un furto”, e più avanti: “vogliamo che tutti lavorino e godano il frutto in comune secondo il principio: da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni”. Il metodo di lotta è comunque essenzialmente anarchico: “non vogliamo attendere l’emancipazione dalle leggi socialiste proposte al Parlamento, o dal voto amministrativo o dal suffragio universale; non abbiamo fiducia nelle organizzazioni di resistenza, nelle cooperative, negli scioperi, tutti mezzi incapaci a darci o procurarci un’esistenza perennemente libera e umana; noi siamo anarchici antiparlamentari e non crediamo più alle frottole dei deputati” (Smascheriamoli, Vittorio Cappellini, 3 April 1887). Sostiene come unico mezzo la lotta di tutto il popolo. Nei primi numeri appoggia inoltre la proposta dell’Humanitas, movimento estremistico di comunisti anarchici, di unirsi in una sola organizzazione. Successivamente in una nota appoggia invece la tesi contraria all’organizzazione unitaria sostenuta dalla “Gazzetta operaia” di Torino (Organizzazione anarchica?, 14 Agosto 1887). In occasione del 16° anniversario della Comune parigina celebra la data del 18 Marzo come “la più grande pagina della storia dell’emancipazione del proletariato” con un numero speciale in cui pubblica un appello agli operai e alle operaie della città e campagna perchè lottino per la loro emancipazione; e aggiunge una breve storia della Comune (20 Marzo 1887). Pubblica poi il manifesto degli anarchici forlivesi per l’elezione di Amilcare Cipriani (10 Aprile 1887) e invita i compagni a iscriversi al Circolo Operaio Socialista appositamente costituito per fare propaganda socialista in mezzo alle classi povere, in attesa che spunti “l’astro desiderato del comunismo anarchico” (Circolo operaio socialista, 24/25 Aprile 1887). Segue l’annuncio della prossima costituzione di un gruppo comunista anarchico rivoluzionario a Mantova di cui diventa organo dal numero seguente (Movimento rivoluzionario, 14 Settembre 1887) E quando giunge la notizia dagli Stati Uniti che nel prossimo Novembre cadranno per mano del boia i sette anarchici condannati a Chicago, il giornale in prima pagina alza un’accorata protesta d’indignazione, invitando i compagni mantovani a tenere pubbliche riunioni contro la sentenza di morte (Ai compagni, 2/3 Ottobre 1887). Sotto il titolo Movimento rivoluzionario riporta le principali notizie del movimento operaio mondiale; reca inoltre corrispondenze dai centri più importanti dell’anarchismo italiano ed europeo, e da alcuni centri della provincia. Mentre nel numero del 18/19 Settembre annuncia che, a breve, il giornale allargherà il formato, e per questo sforzo finanziario chiede l’aiuto ai compagni, “La Lotta” invece cesserà con il numero successivo le pubblicazioni, dopo aver subito l’ultimo sequestro. Le difficoltà economiche avevano costretto già il giornale a una sospensione durata dal Giugno alla metà di Agosto.”(Castagnoli e Ciaramelli, op. cit., pagg. 160-2)

Agostino Giovannazzi (Mantova 1 Ottobre 1851-19 Giugno 1913)
Dopo essere stato direttore per nove anni della Tip. Mondovì, si mette in proprio il 1 Gennaio 1881 rilevano le attrezzature della tipografia Belfiore, già in precedenza acquistate da Bortolo Balbiani. Le prime edizioni portano talvolta la denominazione Tip. Giovanazzi succ. Balbiani o Tip. Giovanazzi-Balbiani o, relativamente al periodico “La Scintilla”, Tip. Belfiore. Dall’Ottobre 1887 si trasferisce da via Cappello 6, in via Mangani 23 (poi via P.F. Calvi).
È ricordato per essere stato un valente intagliatore di caratteri e un eccellente litografo, ma soprattutto per avere fondato il giornaletto “Mah!!!” (1885-1913), foglio popolare scritto in dialetto mantovano. Fu stampatore e direttore responsabile dell’organo della società democratica mantovana “Il Mincio” (1881), e il tipografo di diversi altri periodici, tra cui “La Federazione Operaia” (1885-1886), “La Nuova Favilla” (1885-1887), “La Comune” (1882-1883), “La Lotta” (1887), “L’Amico del popolo” (1888), “L’Arcobaleno” (1893). Alla sua morte gli subentra il figlio Silvio che continuerà solo per qualche mese l’attività paterna. Giovanazzi ricoprì diverse cariche, dal 1871 al 1878, nella Società Tipografica Mantovana. (Ciaramelli e Guerra, op. cit., pagg. 302-5)”
– Sul fratello di Fabio Baraldi, Caio Siro, si veda la biografia curata da Maurizio Antonioli nel Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani. L’epitaffio citato da Antonioli è consultabile qui.


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