Micheli Lorenzo, “Los olvidados. Di anarchici e di anarchia. Fatti e storie che ci riguardano”

Edito da: La Fiaccola
Luogo di pubblicazione: Ragusa
Anno: Aprile 2011
Pagine: 80
File: PDF
Introduzione/Premessa/Presentazione/Sinossi/Quarta di Copertina/Sintesi:
Olvivados è il nome spagnolo dal suono solenne, difficilmente traducibile in italiano, con cui gli spagnoli chiamano i “dimenticati”, o meglio sarebbe definirli come i “nascosti”, i “cancellati”, “i rimossi”.
Questi uomini e quelle donne i cui nomi non trovi mai nei libri di storia, o negli archivi degli istituti più prestigiosi, che rintracci a fatica, o per caso, in qualche fotografia ingiallita, dove stanno sullo sfondo, quasi fuori dall’inquadratura, sempre lontani da quelli che contano, o irrompono loro malgrado in qualche nota di libri scritti per tutt’altro motivo.
Uomini e donne sopravvissuti per decenni, praticamente soltanto nei personali ricordi dei pochi ancora in vita che un tempo li co­nobbero,’ e che, per nostra fortuna, sono sempre fermamente convinti che se essi non fossero esistiti, il mondo sarebbe un po­sto ancora peggiore di quanto già oggi non sia.
Uomini e donne sempre definiti dai loro compagni ‘ufficiali’ co­me: «sognatori», «utopisti», «moralisti» o «poeti», o magari «av­venturieri», parole che soltanto nel paese del più vieto conformi­smo, quale oggi è l’Italia, vengono pronunciate con tanto ed evi­dente fastidio.
Uomini e donne che compirono l’imperdonabile errore di dire quello che pensavano e di fare quello che dicevano, e che, errore ancora più grande, volevano vivere da liberi qui ed ora, senza aspettare i tempi ragionevoli della storia. Che per questo motivo patirono le più cocenti delle delusioni, le sconfitte più devastanti e a cui, ironia della sorte, soltanto gli archivi delle tante polizie che li perseguitarono e li mandarono a morte, rendono un invo­lontario e postumo omaggio. Questo libro parla di loro, degli ‘olvidados’ della Barcellona degli anni venti, che spesero le loro vite per rimuovere tutto ciò che ostacolava la costruzione, che si andava facendo, di una società di liberi e di uguali.

Nota dell’Archivio: ////

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