(a cura di) Musto Renato, “Gli IWW e il movimento operaio americano”

Edito da: Theléme
Luogo di pubblicazione: Napoli
Anno: 1975
Pagine: XLVIII+317
File: PDF
Introduzione/Premessa/Presentazione/Sinossi/Quarta di Copertina/Sintesi:
Gli Industrial Workers of the World hanno costituito una tra le più radicali organizzazioni operaie americane. Gli anni del loro sviluppo – caratterizzati da importanti trasformazioni industria e, conseguentemente, della composizione della classe operaia – sono tra i più significativi, più ricchi di esperienze pratiche e teoriche dell’intera storia del movimento operaio, negli USA. L’analisi delle vicende degli 1.W.W. e, soprattutto, l’ampia raccolta di documenti proposta mostrano la novità, spesso l’attualità, dei loro metodi d’intervento e d’organizzazione. Da un lato c’è un’assoluta fiducia nelle capacità autonome del proletariato, l’enorme ricchezza dei metodi di lotta, basati sull’azione diretta, dallo sciopero di massa al sabotaggio; c’è la continua demistificazione dei valori borghesi, dal mito della eguaglianza di diritto all’etica del lavoro. Dall’altro, in polemica sia con la politica del riformismo parlamentare che con la ristretta gestione trade-unignista delle lotte operaie, c’è l’esigenza di costruire una unica organizzazione per tutto il proletariato, che sia non solo uno strumento per la lotta economica quotidiana e per lo scontro finale con il capitalismo, ma anche struttura portante nella costruzione della società futura. Emerge allora un progetto, una speranza complessiva: costituire istituzioni e proporre esperienze di vita attraverso cui il proletariato possa sviluppare le capacità per una direzione complessiva e diretta dell’intera società, spezzando così ogni subordinazione ad ogni altro gruppo sociale e gettando le basi per un nuovo livello di civiltà che realizzi una completa universalizzazione dell’esperienza umana.
La comprensione di queste aspirazioni del proletariato americano, anche nei loro caratteri utopici e contraddittori, è oggi essenziale di fronte ai problemi che il movimento operaio incontra nel paesi a capitalismo maturo.

Nota dell’Archivio
– Come riportato dalla Nota dei traduttori, “gli opuscoli degli I.W.W. non portano di solito nessuna data e, di conseguenza, in alcuni casi la loro datazione può essere effettuata solo attraverso il nome del Segretario Generale-Tesoriere in carica al momento della sua edizione o riedizione; perciò, in casi di datazione non sicura, la data presunta è stata fatta seguire da un punto interrogativo.
Nella traduzione dei documenti abbiamo preferito lasciare termini o espressioni americane, sia in quei casi che si riferiscono a specifiche situazioni americane senza un’immediata corrispondenza con situazioni italiane — ed in questi casi la traduzione è in nota — che per alcuni termini chiave che si ripetono costantemente nel libro. È questo il caso degli aggettivi skilled, semiskilled, unskilled che si riferiscono, rispettivamente, ad operai che hanno una determinata abilità artigianale di tipo manuale, o la hanno solo parzialmente, o non ne hanno nessuna. Ci è sembrato, infatti, che termini quali ” operaio specializzato “, o simili, hanno un significato più vasto e mancano di un preciso riferimento ad un’abilità di tipo artigianale.
Così abbiamo preferito usare i termini craft union o trade union piuttosto che ” sindacato di mestiere “, giacché, malgrado la specificazione, il termine ” sindacato ” finisce per evocare automaticamente la struttura del sindacato dell’Europa continentale, molto diversa da quella di una union americana. Gli aggettivi local, national, international che talora accompagnano il termine union hanno un chiaro significato; solo nel caso di international conviene precisare che si tratta di solito di unions che sono presenti nel Canada, oltre che negli Stati Uniti. Naturalmente abbiamo mantenuto il termine Wobbly (pi. Wobblies) con cui gli I.W.W. indicavano talora se stessi, che letteralmente significa ” instabile “, ” vagabondo “, dal verbo to wobble, oscillare, vagabondare, spostarsi da un posto ad un altro continuamente. Per altre possibili origini di questa parola si veda, in italiano, l’introduzione del libro di Renshaw, Il Sindacalismo Rivoluzionario negli Stati Uniti, Laterza, Bari 1970.
Vogliamo infine notare che l’aggettivo industrial ha un significato più vasto del nostro ” industriale ” con cui lo abbiamo tradotto per ragioni di semplicità e sistematicità; infatti esso ha spesso il significato di ” attinente ai rapporti tra capitale e lavoro all’interno della produzione “, come in espressioni del tipo ” ineguaglianza industriale ” o in nomi di organizzazioni come Commettee on Industrial Relations. Naturalmente con ” organizzazione su base industriale ” si intenderà, come sarà chiaro dal contesto, un’organizzazione che copre tutto un settore della produzione, indipendentemente dalle singole attività lavorative, in contrasto con ” organizzazione su base di craft ” che indica un’organizzazione basata sulla divisione per mestieri.


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