Manni Agostino, “Non-sottomissione e carcere militare”

Edito da Edizioni SenzaPatria, Sondrio, 1989, 190 p.

Privo di retorica e denso di storia vissuta in prima persona, questo libro si confonde tra il saggio antimilitarista ed il romanzo autobiografico. La lucida e contemporanea analisi sul militarismo e la società del dominio viene così a rappresentare una affermazione di vita stimolante per idee nuove e tensioni libertarie ancora tutte da sviluppare.
Dalle nebbie dell’indifferenza, dal silenzioso isolamento del carcere militare, subito come conseguenza del rifiuto di indossare la divisa, emerge la denuncia sociale della violenza istituzionalizzata. I moderni valori democratici e la stessa repubblica italiana vengono frantumanti dall’irrecuperabile critica antiautoritaria della non-sottomissione.
Un testo, questo, capace di far riflettere ognuno di noi, pericoloso soprattutto nelle mani di nuove generazioni messe di fronte agli obblighi della naja, della coscrizione obbligatoria ed alle criminali conseguenze di ogni militarismo. È inevitabile che la negazione dello Stato di decidere sulla nostra vita e del nostro futuro attraversi come una fluida corrente le pagine di questo saggio sulla libertà.

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