Edito da RomaTrePress, Roma, 2020, 120 p.
Lo scopo del volume è quello analizzare, in chiave pedagogica, il pensiero e le opere di tre figure raramente contemplate nel panorama degli studi sull’educazione. Si tratta di Michail Bakunin, Paul Robin e Georges Lapassade, autori che, in modo diverso si sono impegnati per dare voce non solo ai più vulnerabili ma anche a molte questioni lasciate ai margini della scienza ufficiale. Da questa prospettiva, le teorizzazioni proposte da Bakunin, Robin e Lapassade interrogano criticamente l’attualità inserendosi, con la loro forza, nel dibattito su un Mondo più equo, giusto, solidale, collaborativo, aperto alle differenze, attento ai più deboli. Si tratta, evidentemente, di temi che riguardano la scuola, in tutte le sue componenti (insegnanti, dirigenti, personale, studenti, genitori), ma anche l’università e le altre agenzie educative e formative, così come il territorio. Attori sociali, questi, che devono operare sinergicamente, benché dialetticamente, se si desidera rilanciare l’idea di comunità educante, l’unica che può porsi a baluardo contro le molte derive disumane del nostro tempo.
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