Edito da Istituto Editoriale Italiano, Milano, 24 Maggio 1952, 324 p.
Libri come quello che presentiamo hanno grande importanza perché sono opere vissute. L’autore ha certamente consultato molte pubblicazioni, si è soffermato sui dati statistici ma soprattutto ha vissuto con gli artefici, il popolo minuto, della grande rivoluzione spagnola. Per questo il suo libro è piu utile di altri.
Pur non essendo spagnolo l’autore conosce molto bene, per averci vissuto lunghi anni, la lingua, i costumi, le preoccupazioni e le aspirazioni del popolo di Spagna. È un militante di vecchia data di quell’organismo operaio rivoluzionario che è la Confederación Nacional del Trabajo (C.N.T.), e con la sua parola e i suoi scritti non poco contribui alla rinascita del movimento operaio subito dopo la fine della prima guerra mondiale. Nel 1921 fu inviato quale delegato della C.N.T. al Congresso Costitutivo dei Sindacato Rossi, che aveva luogo nella primavera di quell’anno a Mosca. Erano gli anni « eroici » della rivoluzione, e molti degli uomini che andavano a Mosca avevano ancora il coraggio delle proprie opinioni.
Il Congresso Costitutivo dell’Internazionale Sindacale Rossa non fu uno dei soliti congressi, dove le « tesi » son presentate solamente per l’accéttazione, appunto per la presenza di elementi anarchici e sindacalisti che tutto posero in discussione e molte cose non accettarono affatto: ognuna delle organizzazioni sindacaliste rivoluzionarie presenti, come la « Unione Sindacale Italiana » e sopratutto la « C.N.T. » spagnola, voleva conservare la propria fisionomia e mantenere distinta la propria azione da quella dei partiti governamentali. Su questo piano si trovava anche la minoranza francese che faceva capo a Pierre Monatte, e quella tedesca dell’U.A.U. Essi non volevano e non potevano assolutamente accettare che due misure fossero usate nello stesso organismo internazionale: una per gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari di Russia che erano messi al bando e nella maggioranza dei casi imprigionati, ed un’altra per gli anarchici e i sindacalisti rivoluzionari degli altri paesi che si sarebbero voluti legare al carro dei partiti comunisti allora nascenti. Ma trovare chi sia disposto a firmare una “adesione” è stata sempre cosa facile: per questo anche allora la delegazione spagnola si scisse. A Mosca rimasero in due о tre, un gruppetto formato da Andreas Nin, più tardi fucilato dai comunisti in Spagna perché passato alla opposizione, Orlandis e qualche altro. Il resto dei delegati con alla testa l’allora giovanissimo militante Gaston Leval, contrari all’adesione a quella Internazionale, vollero ritornare in Spagna e sottomettere ai militanti della organizzazione la questione dei rapporti internazionali. Gaston Leval riprese perciò il viaggio del ritorno, sebbene sapesse che in Spagna la situazione era talmente grave che ogni riunione rappresentava un vero atto di coraggio per chi vi partecipava.
Rientrato, il Leval raccolse la completa fiducia dei militanti della grande organizzazione. Cosicché, nel 1922, in un Congresso Internazionale tenutosi a Berlino con altre organizzazioni sindacali d’Italia, Germania, Olanda, Svezia e dei paesi sud americani, la « C.N.T. » spagnola diede vita alla « Associazione Internazionale dei Lavoratori » (A.I.T.). Coll’affermarsi della dittatura del generale Primo de Rivera, la « C.N.T. » fu messa nella illegalità e i suoi militanti più noti sia colpiti a tradimento dai « pistoleros » al soldo delle organizzazioni padronali, sia obbligati a riparare all’estero. Gaston Leval riesci a raggiungere l’Argentina dove, pur continuando a militare nel movimento anarchico scrivendo in numerose riviste e giornali, non tralasciò di dedicarsi a opere di largo respiro.
Dopo una vita di stenti a Buenos Aires, va a Rosario, dove per vivere dà lezioni di francese. È forse quello il periodo più tranquillo della sua vita, perché può largamente dedicarsi ai suoi studi, ed alla poesia; perché il Leval è anche, e direi soprattutto, un poeta.
È di quegli anni il libro autobiografico della sua terribile infanzia: Enfancia en Cruz (Valencia, 1933). Aveva pubblicato a Rosario de Santa Fé, nel 1925, un importante opuscolo, Violencia у anarquismo, e nel 1932, sempre a Rosario, un libro molto importante su i Problemas Economicos de la revolución espanola (come il primo Enfancia en Cruz pubblicati col nome di Pedros R. Piller); nel 1935, a Buenos Aires pubblica un altro volume su Conceptos Economicos en el Socialismo Libertario. Ma questa parentesi di calmo lavoro si chiude quando De Rivera è rovesciato dalla indignazione del popolo, e particolarmente dopo l’avvento della repubblica. L’attività politica ed operaia riprende, e Gaston Leval non può rimanere lontano dalla Spagna dove il suo contributo intellettuale è richiesto e necessaria la sua attività di militante.
Vi ritorna in tempo per partecipare al lavorio di preparazione della rivoluzione che prenderà slancio ed ampiezza nel 1936, e ad apportare il contributo delle sue conoscenze e capacità, soprattutto per quei problemi che tendono ad accordare comunismo e libertà.
Il suo contributo è in effetti grande. Collabora alle riviste Estudios di Valencia, alla Revista Bianca di Barcellona e a numerosissime altre pubblicazioni; e tiene conferenze, perché è anche un eccellente oratore.
Nelle idee anarchiche il Leval cercherà sempre di far risaltare le loro possibilità realizzatrici che sono ragioni di vita per un’idea di rinnovamento sociale. E a questa sua ansia di ricerca tesa alla soluzione dei problemi della veniente rivoluzione, di possibilità realizzatrici dell’anarchismo, egli darà sfogo esponendo il suo punto di vista ampiamente in uno dei suoi ultimi libri, pubblicato a Parigi nel 1948, L’indispensable Révolution e anche ultimamente in numerosissimi articoli.
Ugo Fedeli
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Note dell’Archivio
-La collana era diretta da Carlo Doglio e Ugo Fedeli che, con la collaborazione della Federazione Anarchica Italiana, pubblicarono “opere tendenti ad illustrare il pensiero ed il movimento anarchico.”
-Vi sono due recensioni di questo libro: una di Giuseppe Mariani, “Un libro di Gaston Leval. L’indispensabile rivoluzione”, pubblicata su Umanità Nova, n. 22, a. XXXII, 1 Giugno 1952; l’altra è “Recensioni libri: Gloriosa Spagna; Nè Franco nè Stalin, le collettività anarchiche nella lotta contro Franco e la reazione staliniana”, pubblicata su “Volontà”, n. 8, a. VI, Agosto 1952