Edito da Edizioni Anarchismo, Trieste, Novembre 2013, 56 p., Terza Edizione
Nota introduttiva alla terza edizione
Collocato in un momento in cui la turbolenza del fare stava cedendo il passo a quella, solitaria e sconsolata, del dire, questo scritto, pur non potendo fare altro da quella che è la propria natura, affidandosi cioè alla parola, traditrice consueta di tanti buoni propositi, pone la parola fine a un indecente dibattito riguardante la sorte di quattromila compagni prigionieri.
Il tempo trascorso, quasi trent’anni, non consente di cogliere il clima bruciante di quei giorni, ma i lettori che oggi si accostano a queste righe dovrebbe fare uno sforzo, importante per capire le motivazioni che stavano – e continuano a stare – alla base del nostro rifiuto di qualsiasi accomodamento. Sullo sfondo il possibilismo dei vari Scalzone e Negri, abietto come ogni venire a patti, con in più la pesantezza di un imporre, dall’alto del proprio scientismo senza appelli, la conoscenza dell’assoluto.
La strada da percorrere è ancora lunga e, anche oggi, non si vedono chiarezze in giro. Non solo, ma qualcuna di quelle figure disgustose, blateranti chiacchiere su di una resa necessaria a causa di una guerra ormai perduta, torna qualche volta in circolazione e viene a carpire la buona fede di molti compagni.
Che questo scritto, ormai appartenente al passato, contribuisca a dare a ognuno il suo.
Trieste, 4 novembre 2011
Alfredo M. Bonanno
Nota dell’Archivio
-Prima Edizione: Anarchismo, Catania, 1984
-In questa edizione mancano l’introduzione di Pierleone Porcu e la nota di Paolo Ruberto