Edito da La Salamandra, Milano, 1979, 190 p.
“Post Scarcity Anarchism” è composto da una serie di saggi, in cui Murray Bookchin focalizza l’attenzione sulle possibilità di una società non gerarchica, ecologica e anticapitalista, che possa soddisfare equamente i bisogni umani. Sostiene infatti, che la società post-industriale, attraverso l’uso della tecnologia, avrebbe la possibilità di evolversi in forme di auto-amministrazione. Per l’autore il progresso tecnologico: quando la tecnologia viene utilizzata in modo ecologicamente sensibile, ha un potenziale rivoluzionario che può liberare la società dallo sfruttamento capitalistico. Tuttavia, Bookchin crede anche che queste potenzialità siano già abbondantemente sfruttate da quest’ultimo, a scapito delle esigenze dell’uomo e della sostenibilità ecologica, per tanto, è sempre più necessario farne un uso consapevole e critico. “Che la libertà debba essere concepita in termini umani, non animali – in termini di vita, non di sopravvivenza – è abbastanza chiaro. L’uomo non si libera dalle catene della schiavitù e non acquista una dimensione veramente umana semplicemente scrollandosi di dosso la dominazione sociale e conquistando una libertà astratta. Deve conquistare una libertà concreta: libertà dai bisogni materiali, dalla schiavitù del lavoro, dalla necessità di dedicare la maggior parte del proprio tempo – cioè, della propria vita – alla lotta per la sopravvivenza
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