Edito da Guida Editori, Napoli, 1988, 147 p.
Prefazione
Errico Malatesta (1853-1932) aspirava a realizzare, tramite l’umana volontà e l’amore, il mondo dell’Umanità, in cui tutti potessero vivere in libertà, nel senso sia politico che economico, sia culturale che spirituale, e a questo dedicò tutta la sua vita; fu un anarchico internazionalista, vissuto in un’epoca assai difficile e assai drammatica.
Per più di mezzo secolo fu una figura rappresentativa del movimento anarchico internazionale, tanto che la sua vita fu definita la storia stessa dell’anarchismo italiano. Anche in un paese lontano dall’Italia come il Giappone, il suo nome era conosciuto insieme a quello di Proudhon, Bakunin e Kropotkin fin dall’epoca Meji (1868-1912), periodo in cui avvenne la “modernizzazione” del Giappone e in cui l’anarchismo venne qui introdotto per la prima volta.
Nato in un paese dell’Italia meridionale durante l’ultima fase del dominio borbonico, Malatesta nella sua prima gioventù visse in prima persona i tempi difficili della unificazione nazionale attraverso le vicende della sua vita liceale e universitaria. Iniziò la sua carriera rivoluzionaria con il fratello maggiore, Aniello Malatesta, come mazziniano fervente; passò, poi, al socialismo, allora anarchico bakuninista, nei giorni della Comune di Parigi, e in breve tempo, diventò uno dei più attivi membri della Sezione Napoletana della Prima Internazionale.
Nel presente lavoro seguiamo passo per passo il processo della formazione e della trasformazione delle sue idee assieme alle vicende della democrazia napoletana degli anni 1868-1873, un periodo su cui non si trova nessuna documentata ricerca biografica, tranne qualche lavoro dovuto al racconto fatto da Errico Malatesta stesso. Vogliamo riesaminare il suo racconto, solitamente giusto e preciso, e metterlo nel contesto dei fenomeni sociali e culturali dell’epoca, per ricostruire quel periodo problematico, non soltanto per il giovane Errico Malatesta, ma anche per l’Italia ed il Mezzogiorno. All’epoca della nostra ricerca Napoli era un centro della cultura democratica. Attorno alla redazione de “Il Popolo d’Italia”, giornale repubblicano fondato da Giuseppe Mazzini subito dopo l’Unità nazionale, si crearono circoli di intellettuali e associazioni di studenti dell’Università di Napoli, allora l’unico istituto di educazione superiore nel Meridione. Tutti questi si ricollegavano spesso al movimento operaio, in base all’associazionismo mazziniano. Quando Michele Bakunin venne a soggiornare nell’ex capitale borbonica, negli anni 1865-67, si mise in contatto con i democratici napoletani e meridionali che si radunavano intorno al giornale mazziniano. La collaborazione da parte loro da un lato, e da parte del rivoluzionario russo dall’altro, aveva dato come risultato la formazione del movimento “Libertà e Giustizia” che, nel 1867, aveva pubblicato il giornale omonimo. Lo stesso gruppo fece nascere, in cooperazione con i capi-popolo delle società operaie della città, la prima sezione italiana dell’Internazionale a Napoli. Allora Napoli era la più grossa città del regno con una popolazione enorme e con numerosi lavoratori dell’artigianato tradizionale e operai moderni. Per quanto riguarda il nostro metodo di ricostruzione del mondo di Errico Malatesta, abbiamo voluto tenere in considerazione, nel descrivere i fenomeni, il modo in cui il Malatesta stesso li vedeva e con gli occhi e col sentimento. Perchè solo così, crediamo di poter capire una vita complessa, senza pregiudizi o parzialità.
[…]
Link Download: https://mega.nz/file/mdo1TIJb#P3g0VUmL3NSauJttLO-OUQRxMFDAarQwAC6lpQY5vEc