Tomasiello Bruno, “La Banda del Matese 1876-1878. I documenti, le testimonianze, la stampa dell’epoca”

Edito da Galzerano Editore, Casalvelino Scalo, 2009, 640 p.

“Il mattino del 3 Aprile 1877, dal treno Napoli-Benevento-Foggia, scendevano, presso la stazione di Solopaca, una “bionda signorina dagli occhiali verdi” ed un signore alto, distinto, biondo, dalla barba folta e lunga. Sono forestieri, inglesi per la precisione. Una carrozza è ad attenderli per condurli al paese di San Lupo, uno dei villaggi incastrati sulle balze della montagna del Matese…”, così inizia Pier Carlo Masini il racconto del tentativo insurrezionale anarchico della primavera 1877 contro la monarchia, promosso da ventisei internazionalisti, tra i quali Carlo Cafiero, Errico Malatesta, Pietro Cesare Ceccarelli, il russo Sergej Michajlovic Kravcinskij, meglio conosciuto col nome di «Stepniak. Uomini integerrimi e coerenti che non fecero mai carriere politiche ma lottarono sempre con abnega­zione e disinteresse personale.
Spinto dagli ideali internazionalisti e fiducioso nella «propaganda del fatto», il piccolo gruppo di rivo­luzionari, dopo uno scontro a fuoco con i carabinieri a San Lupo, domenica 8 aprile 1877, a Letino e Gallo, sulle montagne del Matese, occupò il municipio, bruciò gli archivi comunali, distrusse i conta­tori dei mulini e, in nome della Rivoluzione Sociale, dichiarò decaduto il re Vittorio Emanuele II.
L’eccessiva reazione governativa (furono inseguiti da dodicimila soldati!), rassoggettamento dell’ordine giudiziario al potere politico durante la fase istruttoria, la lunghissima ed ingiustificata carcerazione, la faziosa e poco neutrale condotta del processo penale, porteranno, nell’agosto del 1878. I giurati della Corte d’Assise di Benevento ad assolvere completamente gli internazionalisti dall’infamante accusa di aver agito «per libidine di sangue». «Un processo di questi per provincia, e il governo si sarebbe ucciso con le proprie mani». Sarà questo il commento finale di un giornalista del «Corriere del Mattino» di Napoli, il socialista beneventano, Pasquale Martignetti per evidenziare l’inconsistenza e l’incapacità della politica governativa nell’affrontare la «questione sociale».
A distanza di 130 anni, la ricerca di Bruno Tomasiello fa riemergere dall’oblio episodi e testimonianze archivistiche e giornalistiche, opere e documenti interessantissimi, rendendoli vivi e comprensibili, contribuendo ad una maggiore conoscenza di questo episodio storico, troppo spesso dimenticato dalla storiografia ufficiale, che ha proiettato i piccoli comuni di San Lupo, Letino e Gallo nella storia dell’anarchia e del socialismo italiano e internazionale

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