Estratto dalla rivista Zapruder, n. 33, Gennaio-Aprile 2014, pagg. 9-21
Alla fine del XIX secolo, alcune idee radicali di sinistra cominciarono a circolare tra gli abitanti delle città dell’est del Mediterraneo, in particolare Il Cairo e Alessandria. Queste idee, che potremmo definire un adattamento selettivo dei princìpi anarchici e socia- listi, comprendevano molti riferimenti alla giustizia e all’eguaglianza sociale, alla difesa dei diritti dei lavoratori, all’educazione laica e di massa e, più in generale, auspicavano una messa in discussione (e persino il sovvertimento) dell’ordine sociale contemporaneo, nazionale o internazionale. Queste rivendicazioni generalmente si combinavano con altre, apparentemente meno radicali, come l’istituzione di un sistema parlamentare e costituzionale, il diritto alla libertà d’espressione, l’imposizione di limiti al potere delle autorità religiose e la critica dell’ingerenza europea sul Medio oriente, tanto sul piano politico quanto economico. Anche se molte di queste cause erano profondamente ancorate a un preciso contesto e a istituzioni locali, le persone che si interessavano al socialismo, all’anarchismo, e più in generale alle idee radicali, adottavano quasi di fatto un punto di vista internazionalista e internazionale che le rendeva profondamente coscienti degli sviluppi mondiali. Tuttavia, questi gruppi di attori locali non erano semplicemente interessati a quanto acca- deva nel mondo; erano spesso in relazioni strette, sul piano dell’informazione, della politica e dell’organizzazione, con organismi e movimenti internazionali e internazionalisti che operavano per la promozione delle idee di sinistra e l’applicazione di progetti radicali ai quattro angoli del mondo. L’obiettivo di questo articolo è di contribuire alle ricerche sulla sinistra in Egitto nel modo seguente: per cominciare, questo lavoro mira a riabilitare un periodo – grosso modo dal 1870 al 1914 – restituendogli il posto che merita nella storia della sinistra. In effetti, anche se esiste un buon numero di studi sull’emergere della sinistra egiziana, la maggior parte si concentra sul periodo posteriore al 1919, proponendo, nel migliore dei casi, un rapido excursus sul periodo precedente, abitualmente presentato come lo sfondo di questa emersione. Così la sinistra farebbe la sua comparsa solo dopo il 1919, e più specificamente con la formazione del Partito socialista (e più tardi del Partito comunista) egiziano nel 1920-1921. In questo articolo adotto una periodizzazione alternativa, sostenendo che gli anni che vanno dal 1870 al 1914 rappresentano invece la chiave di volta della storia della sinistra egiziana. È durante questo periodo che un buon numero di idee di sinistra furono articolate e si diffusero sotto forma di pro- getti, alcuni dei quali messi in atto negli anni 1920. In secondo luogo, nell’articolo cerco di mettere in risalto la molteplicità d’idee, tendenze e movimenti che hanno composto la sinistra. Il lettore in cerca della “sinistra pura” resterà insomma deluso: in Egitto, come nel resto dei paesi del mondo, la sinistra era molto spesso un aggregato d’idee e di pratiche non “codificate”, normalizzate o omogeneizzate. Le divisioni tra socialismo, anarchismo, democrazia sociale, fabianesimo, ecc., non erano necessariamente inconciliabili. Uno degli obiettivi dell’articolo è proprio quello di stimolare una revisione del contenuto del termine “sinistra”. Questo è stato spesso associato ai partiti della sinistra, a un’ideologia chiaramente articolata e talvolta rigida, e alle nozioni di coscienza di classe o di altre categorie “tradizionali” del marxismo. L’articolo mira invece a porre in evidenza la molteplicità delle sinistre che sono esistite nei due decenni che hanno preceduto la Grande Guerra, prima della rivoluzione russa e del costituirsi di sinistre caratterizzate dal rapporto con il marxismo, in particola- re con la creazione dei partiti comunisti nel mondo. In queste diverse sinistre anteriori al 1914, l’anarchismo ha giocato un ruolo cruciale. Inoltre, l’articolo mira a collocare la storia della sinistra egiziana in un quadro globale piuttosto che puramente nazionale. Più concretamente, affronterò le seguenti questioni: che cosa spiega la costituzione di una certa “galassia radicale” in termini d’idee e di pratiche in Egitto, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo? In che forme si manifestava e quali ne erano i limiti? Come era compreso e vissuto questo radicalismo? Per affrontare queste questioni, mi concentrerò su un certo numero di reti, di gruppi che hanno promosso e diffuso le idee di sinistra. Per rete intendo gli organismi locali e transnazionali, associazioni e contatti personali che hanno concorso a stabilire un sistema di circolazione delle persone, di informazioni e di idee. Alcune di queste reti e gruppi hanno attivamente disseminato queste idee e si sono impegnati nell’attivismo militante e la praxis, mentre altri erano piuttosto rivolti alla teoria.
Nota dell’Archivio
-Traduzione dell’articolo “Intellectuels, militants et travailleurs: la construction de la gauche en Égypte”, 1870-1914, «Cahiers d’histoire», n. 105-106, 2008, pp. 17-45