Scalapino Robert A., Yu George T., “L’anarchismo in Cina. L’altra faccia della rivoluzione cinese cancellata dal regime di Mao”

Edito da Galzerano Editore, Casalvelino Scalo (Sa), 1982, 184 p.

Se sulla Cina si sa poco, sull’anarchismo cinese se ne sa ancora di meno anche se ha dato un contributo note­ vole alla causa rivoluzionaria e prima ancora che si par­lasse di comunismo in Cina le idealità anarchiche erano largamente conosciute ed apprezzate. In tanti si sono formati alla meravigliosa scuoia dell’anarchismo, per poi allontanarsene e percorrere altri sentieri politici, lo stesso Mao Tse-Tung ammise che in gioventù era stato — come tanti — grandemente influenzato dall’a­narchismo. Nei primi decenni del secolo il pensiero anarchico ebbe una larga diffusione all’interno della muraglia cinese e rappresentò un preciso ed insostituibile punto di riferi­mento per il movimento di protesta intellettuale e so­ciale cinese. Furono tradotte e ampiamente diffuse le opere dei pensatori anarchici dell’occidente e in molti si abbeverarono a questa fonte purissima del pensiero rivoluzionario, elaborando le basi ideologiche che più tardi porteranno alla nascita della Cina moderna. La penetrazione anarchica fu favorita in particolare dai gruppi studenteschi che dalla Cina andavano a studiare a Parigi e vivevano in assoluta coerenza con le proprie idee mantenendo stretti legami con la realtà cinese. Questo libro colma una lacuna nel campo degli studi sulla Cina pre-comunista e ci fa conoscere l’altra fac­cia della Cina, sconosciuta e seppellita nei sotterranei meandri della memoria politica, perché la storia ufficiale del regime comunista tace volutamente dell’apporto de­ terminante e decisivo degli anarchici e ci offre — allar­gando al contempo la nostra conoscenza delle sue radici politiche — una nuova dimensione alla comprensione e alla conoscenza della Cina contemporanea, presentandoci i giovani anarchici cinesi impegnati nel lavoro, nello stu­dio, nella propaganda perché convinti fautori della ne­cessità dello sviluppo scientifico e culturale come carat­teri propri dell’« uomo nuovo ». La vittoria comunista ha avuto interessi a cancellare, con il proprio rullo compressore, l’insegnamento anar­chico e questo libro ci testimonia come alcune delle norme etiche che regolano la vita cinese odierna tragga­ no origine dalla posizione degli anarchici e racconta al­tresì di una rivoluzione libertaria ed egalitaria in cam­mino soffocata dal potere rosso, che ha poi creato fe­nomeni aberranti come la deificazione dei dirigenti e il culto della personalità. E’ un libro da leggere perché oltre a farci conoscere la Cina ci fa riflettere e meditare su tante vicende politi­ che e sociali legate alla storia della Cina e del mondo, ai problemi del progresso civile e della libertà dei popoli.

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Note dell’Archivio
-Originale “The Chinese Anarchist Mo­vement,” Center For Chinese Studies.Institute of International Studies, University of California, Berkeley, U.S.A., 1961
-Traduzione dalla versione spagnola: “El movimiento anarquista en China”, Tusquets editor. Barcellona, Spagna, 1975

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