Edito da Feltrinelli, Milano, 1972, 184 p.
L’idea borghese del lavoro intellettuale come non produttivo insiste da un lato nel mantenere la dicotomia consacrata dalla divisione sociale del lavoro, dall’altro nell’emarginarlo dai conflitti che scoppiano necessariamente nella produzione di beni materiali. Apparentemente ci sono territori dell’umano in cui la lotta di classe non esiste. Per esempio negli attributi assegnati all’infanzia: purezza, ingenuità. Come leggere Paperino dimostra il contrario: nulla sfugge all’ideologia. Nulla, quindi, sfugge alla lotta di classe. Il libro tende a smascherare i meccanismi con cui l’ideologia borghese si riproduce attraverso i personaggi di Disney.
L’analisi indaga sulla struttura del fumetti, mostra l’universo di doppi significati in essi nascosti, che svolgono un ruolo fondamentale per la comprensione del messaggio. Paperino è la metafora del pensiero borghese che penetra insensibilmente nei bambini attraverso tutti i canali di formazione della struttura mentale. È la manifestazione simbolica di una cultura che incentra tutti i suoi significati sull’oro e lo rende innocente staccandolo dalla sua funzione sociale. Qui il denaro non appare come elemento di rapporto tra il capitalista e la società, passibile quindi di ingiustizie. L’ansia di denaro di Paperone è solo una perversione individuale. Sulla stessa linea, tutti i personaggi disneyani emergono come individualità psicologiche e non come prodotti di rapporti sociali. Accanto all’avaro esistono l’inventore, i cattivi, i buoni. Sono comportamenti astratti e non funzioni concrete di una realtà sociale.
Siamo ormai lontani dall’aneddoto Disney: siamo nel campo della politica. Non per nulla la stampa mondiale si è largamente interessata a questo libro. “France Soir,” dedicandovi un articolo, lo ha intitolato a tutta pagina “Paperino contro Allende” e l’Associated Press, parlandone istericamente, ne ha citato questa frase: “Finché la sua figura sorridente passeggerà innocentemente per le strade del nostro paese, finché Paperino sarà potere e rappresentazione collettiva, l’imperialismo e la borghesia potranno dormire sonni tranquilli”.
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Nota dell’Archivio
-Traduzione del libro “Para leer al Pato Donald”, Ediciones Universitarias de Valparaíso, 1971