Edito da Edizioni “Vogliamo”, Lugano, Giugno 1932, 62 p.
Introduzione
Da parecchi anni noi anarchici, per i quali la anarchia è una fede, si, ma anche una realtà da conquistare, abbiamo sentito il bisogno di un programma pratico da attuare in una prossima rivoluzione, se la vittoria sarà nostra. In proposito io ho avuto da più anni delle idee che ho esitato ad enunciare temendo, non gli eventuali attacchi, ma i possibili errori: per cui ho atteso che altri, più preparati di me, esponessero il loro punto di vista su questo tormentoso problema. Ho chiesto pareri a compagni ed a maestri, ho seguito ansioso le polemiche delle varie tendenze, ho sperato di vedere balzare qualche opera ardita pratica e decisiva, ma, tranne l’incompleta piattaforma dei compagni Russi e la enunciazione sindacalista di Besnard, nessun progetto anarchico realizzabile e completo, è stato ancora avanzato. Allora mi decido io ad esporre il mio piano cosi come l’ho concepito, cercando di essere chiaro, perchè io scrivo per il popolo, e schivando quelle parole antipatiche con le quali taluni credono di dare veste scientifica alle loro esposizioni. Questo mio piano potrà essere tenuto in considerazione o respinto; potrà essere utile in qualche sua parte od in nessuna; ma io credo lo stesso di aver fatto opera utile ad esporlo, se non altro per incoraggiare le ricerche su questo difficile campo. Dichiaro inoltre che, qual sia l’accoglienza dei compagni, io l’ho scritto per giovare e non per nuocere alla nostra Causa, che ha bisogno di essere tradotta dalla teoria alla pratica.
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