AA.VV. – Immagini nemiche. La guerra civile spagnola e le sue rappresentazioni (1936-1939).

Editrice Compositori, Bologna, 1999, 436 pag.

A sessant’anni dal suo epilogo continuiamo ad interrogarci sulla guerra civile spagnola. Giunti alla svolta di un secolo, che molti considerano già concluso tra la stagione della crisi petrolifera e il crollo dei regimi comunisti, siamo più che mai invitati a riflettere sul senso di questa nostra epoca e a confrontarci con la complessità tragica della vicenda spagnola, segnata dall’idealità e dall’ideologia in cui si intrecciano le lotte per il potere e le lotte per la terra, le battaglie per la dignità di milioni di uomini e donne in Spagna e altrove. Guerra antifascista, guerra nazionale, guerra rivoluzionaria, guerra sociale, guerra per la democrazia, guerra antibolscevica, crociata per la fede: anche nella pluralità delle definizioni che le parti avverse e gli osservatori contemporanei mettono in campo è la novità, propria del Novecento, di un conflitto fratricida e insieme internazionale. Tra comunismo, fascismo e democrazia si schierano i protagonisti di quella più vasta “guerra civile” che attraversa la storia europea nei decenni delle due guerre mondiali.
Recenti analisi storiografiche, che mirano a rivalutare il franchismo nella cornice di un processo più ampio di revisione di tutto il Novecento, al di fuori della semplice antitesi comunismo-anticomunismo, non hanno, d’altro canto, condotto ad una comprensione più adeguata e interna della guerra civile spagnola. Ma anche da esse emerge che ogni giudizio critico sul Novecento deve misurarsi con il dramma spagnolo. Vero è che la mostra, di cui questo catalogo rappresenta l’introduzione, non vuole essere né un capitolo di tale dibattito storiografico, né una illustrazione documentaria, sia pure ricca, e forse più nuova,rispetto ad altre imprese espositive. Come spiegano Luisa Cigognetti e Pierre Sorlin nel loro saggio, essa si propone di rappresentare criticamente una peculiarità della vicenda spagnola, quella della informazione e della comunicazione collettiva, con le nuove tecniche della propaganda e della suggestione iconografica in cui gli eventi e gli uomini si trasformano in immagini, divengono strumenti di una nuova retorica convertita in ideologia. La fotografia, la cinematografia documentaria e quella di fantasia, i manifesti e i volantini, i giornali e i rotocalchi, la memorialistica e la narrativa, i saggi e libelli politici, le cartoline e i francobolli: tutto serve per “raccontare” la guerra e quasi continuarla, tra consenso e rifiuto, con i miti dell’iperbole tragica o epica, con la forza ossessiva di un coinvolgimento che vuole riaffermare la fede nella democrazia o quella nel fascismo. E sono strategie differenti, anche quando si appellano a tecniche e processi artistici comuni, con esiti che riflettono insieme il gioco del gusto e della cultura in una nuova civiltà di massa. Così il nostro intendimento è stato quello di riproporre, ordinata intorno ad alcuni temi o nuclei principali, la varietà delle forme e delle procedure rappresentative che hanno accompagnato la guerra di Spagna, con gli “sguardi divisi” dei fotografi e dei cineoperatori, con le voci contrapposte dei giornalisti e degli scrittori, con le “immagini nemiche” degli artisti e dei modellatori politici del consenso emotivo o del pathos civile. Anche la ricezione fa parte di un grande evento storico e ne è quasi un complemento.
Il nostro lavoro ha tratto origine da una proposta dell’Istituto regionale “Ferruccio Parri” – che aveva già rivolto la sua attenzione alla guerra civile spagnola organizzando nel 1987 un convegno e dedicandovi uno dei suoi “Annali”, a cura di Luciano Casali -a cui si è associato l’Istituto regionale per i beni artistici, culturali e naturali. Alla sua base è l’acquisizione, da parte dell’Istituto Parri, dello schedario e dell’archivio dell’Associazione dei Combattenti Volontari Antifascisti in Spagna (descritto qui da Luigi Arbizzani) e di circa 300 fotografie aeree scattate nel 1937-1938 dai veivoli dell’aviazione legionaria delle Baleari, ossia dall’aviazione italiana inviata a sostegno delle forze nazionalistiche.
Di qui si è strutturato il lavoro di ricerca dell’Istituto per i beni culturali, raccogliendo materiali fotografici, cinematografici, iconografici e a stampa, oltre a documenti di archivio da diversi paesi europei, dalla Spagna sino alla Russia, per molta parte ancora ignoti in Italia.

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