Edito da BFS, Pisa, 2015, 125 p.
Il diario di Luigi Fabbri è un documento straordinario nel suo genere: una testimonianza viva del perturbamento e della drammatica divisione tra interventisti e anti-interventisti scatenata dall’esplodere del Primo conflitto mondiale. Scritto durante i primi mesi di guerra, dalla riflessione quotidiana del leader anarchico emerge, oltre la propria adesione convinta ai principi dell’internazionalismo, la persuasione che l’unica possibilità di frenare il massacro fosse quella di un’opposizione reale anti-monarchica e anti-giolittiana in considerazione del fatto che la monarchia era la principale sostenitrice del fronte bellicista e che il sistema politico clientelare giolittiano avesse contribuito notevolmente a favorire le scelte interventiste dei moderati. Fabbri, nella sua riflessione quotidiana, non disgiunge l’analisi della politica interna dagli avvenimenti internazionali e dalle condizioni di difficoltà che attraversava il movimento anarchico stretto nella morsa della repressione e della guerra.
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Nota dell’Archivio
-Come riportato nella prima pagina del libro: “La trascrizione delle pagine di Luigi Fabbri riproduce fedelmente lo stile redazionale dell’autore, sia per quanto riguarda la punteggiatura (lineette, virgole, punti di sospensione ecc.) sia per quanto riguarda l’utilizzo di corsivi (che sostituisce il sottolineato, in un solo punto abbiamo utilizzato il sottolineato per indicare la doppia sottolineatura) e virgolette, anche laddove discordante con i criteri attualmente in uso, ai quali si attengono invece le note del curatore. (Si veda in particolare l’uso del corsivo, anziché del virgolettato, per i titoli delle riviste, e, al contrario, la scelta delle virgolette anziché del corsivo per i titoli dei testi e dei contributi in rivista). La natura diaristica dello scritto giustifica peraltro le ricorrenti incertezze che si registrano nell’applicazione di questi stessi criteri, sulle quali si è comunque deciso di non intervenire. Allo stesso m odo si sono conservati gli arcaismi, evidenziando solo gli errori evidenti attraverso l’indicazione [sic].
Pur seguendo la stessa numerazione, le note a corredo del testo comprendono sia quelle dell’autore sia quelle del curatore, queste ultime sempre segnalate in fine con la dicitura (N .d .C .).
Nel complesso la scelta redazionale seguita intende restituire con la maggiore aderenza e compiutezza possibile la bella ed elegante prosa di Luigi Fabbri e il carattere della composizione diaristica.”