Mariuzza, “La voragine. La grande guerra: quello che costa, chi paga.”

Edito da Tipografia della Cronaca Sovversiva, Lynn, 1916, 24 p.

Abbiamo raccolto e presentiamo ai lettori il breve studio che intorno alla finanza della grande guerra ha pubblicato Mariuzza in varie puntate della Cronaca Sovversiva nel Maggio ultimo; sembrandoci degno di più vasta diffusione, di maggiore pubblico e più vario. Giacchè, fino ad oggi, la grande guerra non è stata a nostro modesto avviso considerata – da coloro i quali vi acclamano e da coloro i quali v’imprecano – che da un punto di vista convenzionale superstizioso artifizioso, con grave scherno della verità non soltanto ma dei più gravi e reali interessi, travolti o minacciati da la bufera infernal che mai non resta e mena gli spirti con la sua rapina senza che nulla speranza gli conforti…non che di posa; ma di minor pena.
Dagli araldi degli imperi centrali si grida che alle razze teutoniche pervenute nel campo del pensiero, delle scienze positive, delle applicazioni industriali, dei traffici più svariati ad un livello cui mal si tengono le razze concorrenti sbarra il passo una sordida esosa indegna coalizione iniquamente; che se il rinascimento fu italico nel XV secolo, inglese nel XVI, francese nel XVIII, vuol essere e sarà tedesco nel ventesimo secolo, e che saranno violentemente abbattuti alle quattro frontiere dell’impero tutti gli ostacoli da cui potrebbe essere contrastato.
Rispondo dall’altra gli eredi della Charta, degli enciclopedisti che mentre dovunque, in tutti i paesi civili, il pensiero, la scienza, la civiltà si sono levati sdegnosi dei vincoli della fede della razza della nazione, lieti di essere conforto gioia gloria dell’uman genere, in Germania, nella Germania rimasta medievale oltre ogni rivoluzione, pensier e progresso, studi e traffici, cattolici e socialisti rimangono innanzi ad ogni cosa, tedeschi, strumento uguale di un bieco e ferrato imperialismo che è minaccia nefasta alla civiltà alla libertà, al superiore divenire delle umane consociazioni. E che spavalda minaccia vuol essere nel sangue rintuzzata, spenta sotto un cumulo di rovine. È qualche cosa di vero nei pretesti dell’una e dell’altra fazione, troppo scarso per giustificare anche agli occhi dei razzisti più esosi e dei guerrafondai professionali la carneficina spaventosa che desola da due anni il vecchio continente falciandovi ogni vigor di vita, ogni fede di lavoro di creazione d’avvenire, allontanando sempre più remota la speranza di vedere un giorno – placate le taccagne miserande competizioni del breve interesse – conserta l’umanità nella lotta contro la natura per la gioia e per la guarentigia del suo libero civile destino.
Ma sufficiente, la magra verità che si confessa, a mascherare l’intimo senso e la più vera, inconfessabile ragione dello scempio orrendo meditato, covato, organizzato durante mezzo secolo, voluto e provocato ugualmente da una parte e dall’altra ad accaparrare la signoria del mare e del mercato internazionale, affilando cavilli, arroventando pregiudizii fanatici, fomentando odii primordiali, ergendo con perfida atroce sapienza i servi al di qua contro i servi al di là della frontiera per poterli il giorno atteso avventare gli uni sugli altri briachi di rabbia e di fanfare, di superstizione e di epicedii, al macello, al macello insano ed immane per l’usura per l’aggiotaggio per gl sbruffi dei pirati dei pubblicani dei farisei senza coscienza, senza scrupoli senza pudore!
Questo ignorato capitolo di storia, questa verità che si soffoca di rose o di gloria – come direbbe Voltaire – che si sovracarica di lauri di orgogli di bandiere di menzogne tricolori, affinchè non ne tralucano le folgori sobbillatrici, Mariuzza rivela coraggiosamente illustrandoli di cifre tanto più eloquenti che emergono da fonti ufficiali ineccepibili, per cui se peccano di discrezione, di reticenze avvedute e studiate, sfidano vittoriosamente ogni smentita.
Mettendo in luce non solo che cause modi e fini della guerra sono competizioni lubriche inconfessate, inconfessabili per l’egemonia del mare, pel monopolio dei traffici usurai per la signoria del mercato internazionale; ma soprattutto quanto costi la grande guerra da cui tutto il mondo è angosciato, desolato, e chi sia chiamato da ultimo a farne tutte le spese, a pagarne in sangue in lacrime in bocconi di pane, in servitù inasprite, l’immane tributo.
Gli editori pensano che per quanto breve e modesto lo studio di Mariuzza giovi ad una più esatta valutazione del “fatto” della guerra, ad una più onesta e più seria previsione delle sue conseguenze immediate e lontane; giovi soprattutto al proletariato il quale – dopo trent’anni d’impudiche guerre da corsa, dopo il Madagascar, il Transvaal, la Cina, il Marocco, la Tripolitania ed altre losche avventure congeneri a cui ha tenuto il sacco, a cui ha dato il sangue suo migliore per abbandonare ai pirati il bottino – si è lasciato riprendere all’esca delle menzogne convenzionali smaliziate e stantie, e nel nome e sulle orme del re o della repubblica cerca alla guerra dei suoi padroni la libertà la civiltà la prosperità che gli può dare la guerra sua soltanto.
La guerra che passando su tutte le trincee di classe irresistibile bufera estirperà ogni radice ad ogni istituto di privilegio, il monopolio della terra della fucina della scuola, costellando sui solchi redenti, in cospetto del diritto di vivere di conoscere di godere, uguali, i cittadini riconciliati dell’universo.
Alla verità che serve per l’educazione proletaria e la rivoluzione sociale gli editori sono lieti di schiudere più vasto e più agevole cammino.
GLI EDITORI

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Note dell’Archivio
-Opuscolo fotografato
-Pubblicato a puntate su Cronaca Sovversiva, nn. 19 (6 Maggio 1916), 20 (13 Maggio 1916) e 21 (20 Maggio 1916)
-Mariuzza è uno pseudonimo di Luigi Galleani (il cui nome si può vedere scritto a matita nella copertina dell’opuscolo fotografato)
-L’opuscolo è contenuto nella raccolta Galleani Luigi, “Una battaglia”, Biblioteca de L’adunata dei refrattari, Roma, 1947, XIII+378 p.

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