Morin Edgar, “Cinema o l’uomo immaginario”

Edito da Cortina Raffaello Editore, Milano, 2016, XXX+238 p.

Morin evidenzia qui il legame strutturale tra cinema e immaginario, descrivendo il cinema come un meccanismo che riattiva processi profondi della psiche. Elemento intermedio tra reale e fantastico, l’immagine ha un ruolo centrale nella conoscenza. Come spettacolo immaginario, il cinema implica una percezione realizzata in stato di doppia coscienza: l’illusione di realtà è inseparabile dalla coscienza che si tratta effettivamente di un’illusione. In questo modo il cinema mette in gioco qualcosa di magico, che ci permette di entrare in un mondo nuovo senza sentirci spaesati. La presenza di intensità affettive ed emozionali nei film ne costituisce la forza e garantisce la capacità di coinvolgere la psiche degli spettatori.

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Nota dell’Archivio
-Traduzione del libro “Le Cinéma ou l’homme imaginaire”, Les Editions de Minuit, Parigi, 1956

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